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Ugo Foscolo - Dei Sepolcri

Ugo Foscolo - Dei Sepolcri

Ugo Foscolo - Dei Sepolcri

Questi versi,di Ugo Foscolo,sono stati scritti tra l'estate e l'autunno del 1806 ed in seguito pubblicati nel 1807 mentre il poeta era ospite dell'amata contessa Marzia Martinengo Provaglio presso Palazzo Martinengo nel centro di Brescia. 

In quel tempo, infatti, in Italia era stato esteso l’Editto di Saint Cloud (1804) emanato da Napoleone(così nacque anche l’oggi celebre cimitero del Père-Lachaise di Parigi): esso prevedeva che le sepolture venissero poste al di fuori delle mura della città, per motivi igienici, e che tutte le tombe dovevano essere uguali, per conformarsi all’eguaglianza sociale dominante con l’Illuminismo. Ciò provocò grandi discussioni tra gli intellettuali sul valore della tomba.

L’autore si sofferma sul significato e la funzione che la tomba viene ad assumere per i vivi impostando il carme come una celebrazione di quei valori e di quegli ideali che possono dare un significato alla vita umana.

 

De Sepolcri - Versione PDF

 

Ugo Foscolo - Le Grazie

 

Ugo Foscolo - Le Grazie

 

 

Le Grazie è un poema  composto  da Ugo Foscolo nel 1812 dedicato allo scultore Antonio Canova che in quel periodo lavorava alla scultura in marmo delle Grazie.

Il componimento poetico riguarda le figure della mitologia greca delle Grazie, oltre a inni a Venere, Vesta e Pallade.

Le Grazie, figlie di Venere che è il simbolo della bellezza e armonia dell'universo, sono considerate da Foscolo delle divinità che stanno tra il cielo e la terra e hanno il compito di attuare nel mondo l'armonia per mezzo di quelle arti che rendono l'animo degli uomini più nobile predisponendoli alla civiltà.

 

Le Grazie - Versione PDF

 

 

 

Canti - Giacomo Leopardi

 

 

Canti - Giacomo Leopardi

 

Canti raccolgono la parte principale (e più conosciuta) della produzione in versi di Giacomo Leopardi.

 

 

 I. All'Italia 
 II. Sopra il monumento di Dante che si preparava in Firenze 
 III.Ad Angelo Mai quand'ebbe trovato i libri di Cicerone della Repubblica 
 IV. Nelle nozze della sorella Paolina 
 V. A un vincitore nel pallone 
 VI. Bruto minore 
 VII. Alla primavera o Delle favole antiche 
 VIII. Inno ai patriarchi o De' princípi del genere umano 
 IX. Ultimo canto di Saffo 
 X. Il primo amore 
 XI. Il passero solitario 
 XII. L'infinito 
 XIII. La sera del dì di festa 
 XIV. Alla luna 
 XV. Il sogno 
 XVI. La vita solitaria 
 XVII. Consalvo 
 XVIII. Alla sua donna 
 XIX. Al conte Carlo Pepoli 
 XX. Il risorgimento 
 XXI. A Silvia 
 XXII. Le ricordanze 
 XXIII. Canto notturno di un pastore errante dell'Asia 
 XXIV. La quiete dopo la tempesta 
 XXV. Il sabato del villaggio 
 XXVI. Il pensiero dominante 
 XXVII. Amore e Morte 
 XXVIII. A se stesso 
 XXIX. Aspasia 
 XXX. Sopra un basso rilievo antico sepolcrale dove una giovane morta è rappresentata in atto di partire, accomiatandosi dai suoi 
 XXXI. Sopra il ritratto di una bella donna scolpito nel monumento sepolcrale della medesima 
 XXXII. Palinodia al marchese Gino Capponi 
 XXXIII. Il tramonto della luna 
 XXXIV. La ginestra, o Il fiore del deserto 
 XXXV. Imitazione 
 XXXVI. Scherzo 
 XXXVII. (Odi, Melisso) 
 XXXVIII. (Io qui vagando) 
 XXXIX. (Spento il diurno raggio) 
 XL. Dal greco di Simonide 
 XLI. Dello stesso 
 I nuovi credenti 
 



 

 

 

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La volontà di potenza - Friedrich Nietzsche

 

 

 

La volontà di potenza - Friedrich Nietzsche

 

Il concetto di volontà di potenza (in tedesco Wille zur Macht), insieme a quello di oltreuomo e a quello dell'eterno ritorno, è un tema caratteristico della filosofia di Nietzsche, ispirato ad una prospettiva di trasvalutazione di tutti i valori.La volontà di potenza è per Nietzsche la volontà che vuole se stessa, è cioè una volontà impersonale intesa come perpetuo rinnovamento dei propri valori; 

il tema della volontà di potenza si lega con quello dell'oltreuomo (o Superuomo) espresso dal filosofo tedesco.

Ogni desiderio di approdare a un traguardo definitivo deve disconoscere il traguardo medesimo.La filosofia del non accontentarsi,la filosofia degli estremi valori nuovi,della verità.

La volontà di potenza intesa come brama incessante e meccanismo naturale dell'essere umano.

 

La volontà di potenza - Friedrich Nietzsche

 

 

 

Convivio - Dante Alighieri

 

 

 

 

Convivio - Dante Alighieri

 

Il Convivio è un saggio dottrinario composto da Dante Alighieri nei primi anni dell'esilio, ovvero tra il 1304 e il 1307.

Il termine 'convivio' deriva dal latino convivium e può essere tradotto come banchettosimposio.

L'opera nasce dagli studi filosofici cui Dante si era dedicato negli anni successivi alla morte di Beatrice, come egli stesso precisa nel Trattato introduttivo (in cui, tra l'altro, reinterpreta in chiave allegorica la donna gentile di cui aveva parlato nella Vita nuova, dichiarando che essa altro non era che allegoria della filosofia).

 

 

 

Rispetto agli altri trattati medievali c’è nel Convivio di Dante una cultura più libera e ragionata, un entusiasmo intellettuale più intenso, un impegno morale più severo e soprattutto un’incomparabile superiorità stilistica

Ricollegandosi all’episodio narrato in Vita Nuova  Dante racconta come dopo tre anni dalla morte di Beatrice si fosse innamorato di una “donna gentile”. Diviso tra la memoria di Beatrice e la nuova passione per questa donna.

Il "convivio" è appunto quel banchetto dove, per apprezzare le raffinate vivande offerte dal poeta (e cioè, le canzoni "filosofiche" che egli inserisce in ogni capitolo) al lettore occorrerà del "pane", ovvero le parti prosastiche a commento dei testi poetici

 

Amor che ne la mente mi ragiona

de la mia donna disiosamente,

move cose di lei meco sovente,

che lo ’ntelletto sovr’esse disvia.

Lo suo parlar sì dolcemente sona,

che l’anima ch’ascolta e che lo sente

dice: "Oh me lassa! ch’io non son possente

di dir quel ch’odo de la donna mia!"

E certo e’ mi conven lasciare in pria,

s’io vo’ trattar di quel ch’odo di lei,

ciò che lo mio intelletto non comprende;

e di quel che s’intende

gran parte, perché dirlo non savrei.

di ciò si biasmi il debole intelletto

e ’l parlar nostro, che non ha valore

di ritrar tutto ciò che dice Amore.

 

 

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    Schegge Dannunziane e' una rielaborazione della poetica di Gabriele d'Annunzio e proposta in esclusiva sul sito www.larosarossa.eu

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