Ugo Foscolo - Dei Sepolcri
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- Pubblicato Venerdì, 15 Giugno 2018 08:00
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Ugo Foscolo - Dei Sepolcri
Ugo Foscolo - Dei Sepolcri
Questi versi,di Ugo Foscolo,sono stati scritti tra l'estate e l'autunno del 1806 ed in seguito pubblicati nel 1807 mentre il poeta era ospite dell'amata contessa Marzia Martinengo Provaglio presso Palazzo Martinengo nel centro di Brescia.
In quel tempo, infatti, in Italia era stato esteso l’Editto di Saint Cloud (1804) emanato da Napoleone(così nacque anche l’oggi celebre cimitero del Père-Lachaise di Parigi): esso prevedeva che le sepolture venissero poste al di fuori delle mura della città, per motivi igienici, e che tutte le tombe dovevano essere uguali, per conformarsi all’eguaglianza sociale dominante con l’Illuminismo. Ciò provocò grandi discussioni tra gli intellettuali sul valore della tomba.
L’autore si sofferma sul significato e la funzione che la tomba viene ad assumere per i vivi impostando il carme come una celebrazione di quei valori e di quegli ideali che possono dare un significato alla vita umana.
Ugo Foscolo - Le Grazie
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- Pubblicato Martedì, 12 Giugno 2018 22:39
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Ugo Foscolo - Le Grazie
Le Grazie è un poema composto da Ugo Foscolo nel 1812 dedicato allo scultore Antonio Canova che in quel periodo lavorava alla scultura in marmo delle Grazie.
Il componimento poetico riguarda le figure della mitologia greca delle Grazie, oltre a inni a Venere, Vesta e Pallade.
Le Grazie, figlie di Venere che è il simbolo della bellezza e armonia dell'universo, sono considerate da Foscolo delle divinità che stanno tra il cielo e la terra e hanno il compito di attuare nel mondo l'armonia per mezzo di quelle arti che rendono l'animo degli uomini più nobile predisponendoli alla civiltà.
Canti - Giacomo Leopardi
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- Pubblicato Martedì, 20 Marzo 2018 23:34
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Canti - Giacomo Leopardi
I Canti raccolgono la parte principale (e più conosciuta) della produzione in versi di Giacomo Leopardi.
I. All'Italia
II. Sopra il monumento di Dante che si preparava in Firenze
III.Ad Angelo Mai quand'ebbe trovato i libri di Cicerone della Repubblica
IV. Nelle nozze della sorella Paolina
V. A un vincitore nel pallone
VI. Bruto minore
VII. Alla primavera o Delle favole antiche
VIII. Inno ai patriarchi o De' princípi del genere umano
IX. Ultimo canto di Saffo
X. Il primo amore
XI. Il passero solitario
XII. L'infinito
XIII. La sera del dì di festa
XIV. Alla luna
XV. Il sogno
XVI. La vita solitaria
XVII. Consalvo
XVIII. Alla sua donna
XIX. Al conte Carlo Pepoli
XX. Il risorgimento
XXI. A Silvia
XXII. Le ricordanze
XXIII. Canto notturno di un pastore errante dell'Asia
XXIV. La quiete dopo la tempesta
XXV. Il sabato del villaggio
XXVI. Il pensiero dominante
XXVII. Amore e Morte
XXVIII. A se stesso
XXIX. Aspasia
XXX. Sopra un basso rilievo antico sepolcrale dove una giovane morta è rappresentata in atto di partire, accomiatandosi dai suoi
XXXI. Sopra il ritratto di una bella donna scolpito nel monumento sepolcrale della medesima
XXXII. Palinodia al marchese Gino Capponi
XXXIII. Il tramonto della luna
XXXIV. La ginestra, o Il fiore del deserto
XXXV. Imitazione
XXXVI. Scherzo
XXXVII. (Odi, Melisso)
XXXVIII. (Io qui vagando)
XXXIX. (Spento il diurno raggio)
XL. Dal greco di Simonide
XLI. Dello stesso
I nuovi credenti
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La volontà di potenza - Friedrich Nietzsche
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- Pubblicato Venerdì, 04 Maggio 2018 09:51
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La volontà di potenza - Friedrich Nietzsche
Il concetto di volontà di potenza (in tedesco Wille zur Macht), insieme a quello di oltreuomo e a quello dell'eterno ritorno, è un tema caratteristico della filosofia di Nietzsche, ispirato ad una prospettiva di trasvalutazione di tutti i valori.La volontà di potenza è per Nietzsche la volontà che vuole se stessa, è cioè una volontà impersonale intesa come perpetuo rinnovamento dei propri valori;
il tema della volontà di potenza si lega con quello dell'oltreuomo (o Superuomo) espresso dal filosofo tedesco.
Ogni desiderio di approdare a un traguardo definitivo deve disconoscere il traguardo medesimo.La filosofia del non accontentarsi,la filosofia degli estremi valori nuovi,della verità.
La volontà di potenza intesa come brama incessante e meccanismo naturale dell'essere umano.
La volontà di potenza - Friedrich Nietzsche
Convivio - Dante Alighieri
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- Pubblicato Lunedì, 19 Marzo 2018 09:36
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Convivio - Dante Alighieri
Il Convivio è un saggio dottrinario composto da Dante Alighieri nei primi anni dell'esilio, ovvero tra il 1304 e il 1307.
Il termine 'convivio' deriva dal latino convivium e può essere tradotto come banchetto, simposio.
L'opera nasce dagli studi filosofici cui Dante si era dedicato negli anni successivi alla morte di Beatrice, come egli stesso precisa nel Trattato introduttivo (in cui, tra l'altro, reinterpreta in chiave allegorica la donna gentile di cui aveva parlato nella Vita nuova, dichiarando che essa altro non era che allegoria della filosofia).
Rispetto agli altri trattati medievali c’è nel Convivio di Dante una cultura più libera e ragionata, un entusiasmo intellettuale più intenso, un impegno morale più severo e soprattutto un’incomparabile superiorità stilistica
Ricollegandosi all’episodio narrato in Vita Nuova Dante racconta come dopo tre anni dalla morte di Beatrice si fosse innamorato di una “donna gentile”. Diviso tra la memoria di Beatrice e la nuova passione per questa donna.
Il "convivio" è appunto quel banchetto dove, per apprezzare le raffinate vivande offerte dal poeta (e cioè, le canzoni "filosofiche" che egli inserisce in ogni capitolo) al lettore occorrerà del "pane", ovvero le parti prosastiche a commento dei testi poetici
Amor che ne la mente mi ragiona
de la mia donna disiosamente,
move cose di lei meco sovente,
che lo ’ntelletto sovr’esse disvia.
Lo suo parlar sì dolcemente sona,
che l’anima ch’ascolta e che lo sente
dice: "Oh me lassa! ch’io non son possente
di dir quel ch’odo de la donna mia!"
E certo e’ mi conven lasciare in pria,
s’io vo’ trattar di quel ch’odo di lei,
ciò che lo mio intelletto non comprende;
e di quel che s’intende
gran parte, perché dirlo non savrei.
di ciò si biasmi il debole intelletto
e ’l parlar nostro, che non ha valore
di ritrar tutto ciò che dice Amore.
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Schegge Dannunziane
Schegge Dannunziane e' una rielaborazione della poetica di Gabriele d'Annunzio e proposta in esclusiva sul sito www.larosarossa.eu
Dedicata alla Poetica Dannunziana e' un Omaggio della Rosa Rossa in onore del poeta guerriero Gabriele d'Annunzio.Le metriche dello stile Dannunziano vengono stravolte e riproposte ai lettori in modo assolutamente nuovo e moderno.