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Lucifer House - Volume 1

 

 

 

Lucifer House - Volume 1

 

 

 

INDICE

 

1 - Charles Manson - L'uomo che terrorizzo' il mondo

2 - La Cappella degli Scrovegni

3 - Metodi di Tortura,la sega

4 - Le 120 giornate di Sodoma

5 - Fenomeni da Baraccone

6 - I Tarocchi - Il Mago 

7 - Ufo,la francia svela i files x dopo 30 anni

8 - Il processo alle streghe di Salem

9 - L'esorcista di Dio

10 - Il trillo del diavolo

 

 

1) Charles Manson - L'uomo che terrorizzo' il mondo

 

 

Charles Milles Manson e' morto a Bakersfield,il 19 novembre 2017. Manson è stato un criminale statunitense, famoso per essere stato il mandante di due dei più efferati omicidi della storia degli Stati Uniti d'America: quello di Cielo Drive, in cui furono assassinati Sharon Tate (Moglie del famoso regista Roman Polanski e quattro suoi amici, e quello ai danni di Leno LaBianca e sua moglie.

 

Charles Manson nacque il 12 novembre 1934 a Cincinnati (Ohio). Sua madre, Kathleen Maddox, conduceva una vita sregolata e Manson stesso dichiarò che era una prostituta. Aveva sedici anni quando diede alla luce il figlio.Maddox continuò nella sua vita irregolare, compiendo anche reati gravi che le procurarono la carcerazione per qualche anno. Durante il periodo della detenzione, il figlio - che all'inizio venne affidato temporaneamente a dei vicini di casa - andò ad abitare con degli zii in West Virginia, poi dal 1942 seguì la madre nelle sue peregrinazioni per sordidi motel fino al 1947, anno in cui venne inserito in un istituto per l'infanzia nell'Indiana.Dimostratosi ribelle alle regole in vigore nella scuola, scappò cominciando a compiere furti d'auto e rapine nei negozi, reati minori per i quali trascorse qualche settimana a Indianapolis in un istituto di correzione; dopo altri crimini e un fallimentare tentativo d'inserimento nella "Città dei Ragazzi" gestita da padre Flanagan, venne in seguito mandato all'Indiana School for Boys. Fuggito anche da quell'istituto di rieducazione, Manson compì il suo primo reato federale a sedici anni, trasportando oltre confine un'auto rubata e ciò comportò per lui la detenzione in una serie di riformatori.Manson entrò nel riformatorio del Natural Bridge Honor Camp, nel riformatorio federale di Petersburg (Virginia) e in quello di Chillicothe in Ohio, nei quali alternò tentativi di fuga e aggressioni a periodi di buona condotta.

Ottenuta la libertà condizionata a metà del 1954, tornò a vivere dai parenti in West Virginia e lì conobbe un'infermiera, Rosalie Jean Willis, con cui si sposò.Assieme a qualche lavoretto irregolare come benzinaio e parcheggiatore, continuò la propria carriera delinquenziale insistendo nel furto di auto e nel loro trasporto oltre il confine di stato. Per il reato federale venne arrestato in California, ma le capacità oratorie e di convincimento di Manson e la condizione della moglie che lo accompagnava, in stato di gravidanza, riuscirono ad ammorbidire lo psichiatra che lo esaminava e che suggerì al giudice la libertà vigilata, misura a cui il malvivente non si sottopose dileguandosi per l'ennesima volta. Riacciuffato, venne spedito nel penitenziario di Terminal Island per scontare una pena di tre anni.Nel penitenziario di Terminal Island venne a contatto con detenuti incalliti da cui con interesse fu messo a parte dei metodi per avviare alla prostituzione e gestire le donne squillo, conoscenze che Manson mise a frutto in un periodo di libertà in cui reclutò alcune ragazze per diventarne il protettore. 

Denunciato per quest'attività, il 27 aprile 1960 Manson fu incriminato per "trasporto di donne da uno stato all'altro ai fini di prostituzione". Assieme alla falsificazione di un assegno, al furto di auto e alla violazione delle norme sulla libertà vigilata, dopo due mesi fu condannato a scontare dieci anni di reclusione nel penitenziario di McNeil Island, nello Stato di Washington.

 

Durante gli anni trascorsi dietro le sbarre, in particolare a McNeil Island, Manson ebbe occasione di costruirsi un bagaglio culturale inquietante, necessario negli anni successivi per elaborare e mettere in pratica i perversi disegni criminali e per controllare e manipolare le persone con cui veniva a contatto. Studiò avidamente necromanzia,magianera, esoterismo massonico, chirosemantica,motivazione subliminale e ipnotismo. In carcere imparò da un detenuto a suonare la chitarra, e nell'ultimo periodo di detenzione si dedicò in modo ossessivo alla musica e alla composizione di canzoni.

Manson fu rilasciato su cauzione nel marzo 1967 e, una volta uscito, decise di divenire un musicista hippy, forte del riscontro positivo che questo movimento aveva a quei tempi e mettendo a frutto le capacità musicali acquisite in carcere; dichiarò in seguito di essere stato un fan dei Beatles.Si dedica alla chitarra per molte ore, impara a suonarla e sogna di diventare famoso. Questa sarà per lui una costante ossessione.La chitarra non è la sua unica passione, Manson è dedito anche alle droghe (lsd e altri allucinogeni), si appassiona oltremodo ai Beatles, tanto da rimanere convinto tutta la vita di essere il quinto Beatle mancato, e si avvicina anche al satanismo moderno. (A quanto pare, anche alcuni membri dei Beatles stessi erano interessati al satanismo moderno. Sulla copertina, ideata da Ringo Starr, di "Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band", album uscito in quegli anni, si possono vedere le facce di alcuni personaggi che i membri della band amavano e ammiravano. Tra queste appare anche il volto dell'occultista Aleister Crowley, padre del satanismo moderno.)

 

Sempre per rimanere in linea alla "moda" hippy, nel 1968 Charles Manson fonda la sua comune: la famigerata Manson Family. La loro sede è stabilita nel Ranch Squeaky Gromme.

 

Nell'estate dello stesso anno tenta di realizzare il suo sogno musicale e si reca in uno studio discografico di Los Angeles. Inutile precisare che fallirà amaramente e che l'ossessione di diventare il quinto dei Beatles rimarrà tale.

 

Nella sua "famiglia" Manson ha raccolto un incredibile gruppo di sbandati: ragazzi con problemi sociali, con difficoltà a inserirsi nella società e dall'immancabile passato difficile.

 

Per loro lui è il guru, la mente del gruppo, il messia. Manson profetizza il suo satanismo tutto particolare, diffonde la cultura dell'olocausto razziale che porterà a un giorno in cui la razza bianca si sbarazzerà totalmente di quella nera.La famiglia, sotto la sua attenta guida, campa di furti e di qualsiasi altra attività criminale. Tra una rapina e l'altra si suona la chitarra e ci si fa di lsd.

Fino a quando non arriva l'ora delle carneficine.

9 Agosto 1969. Cielo Drive. Manson e la sua "famiglia" penetrano nella villa di Roman Polanski dove Sharon Tate, attrice e moglie del famoso regista, incinta di 8 mesi, sta accogliendo degli ospiti. La Manson Family non avrà nessuna pietà. Nessuno viene risparmiato dalle lame dei loro coltelli e in totale le vittime saranno cinque: Sharon Tate, il cugino di Polanski, due amici della coppia e il guardiano della villa. Con il sangue della donna viene scritto sulle pareti del soggiorno la frase "DEATH TO PIGS" ( = morte ai maiali). Sul frigorifero invece, sempre con il sangue, viene scritto "HELTER SKELTER" (= finimondo), il titolo di una canzone dei Beatles che racconta la fine del mondo e che a Manson piace parecchio. Dal massacro si salva solo il regista, casualmente impegnato per lavoro in un'altra città. Solo un anno prima Polanski aveva girato un film sul demonio,"Rosemary's Baby", e adesso il demonio era entrato in casa sua.

Nel giro di pochi giorni il bagno di sangue della "famiglia" si allarga. Il 10 agosto 1969, le vittime sono Leno LaBianca e sua moglie Rosmary: i due vengono accoltellati ripetutamente nel petto, si contano più di quaranta pugnalate a testa. Sulle pareti nuovamente compare la scritta "Death To Pigs". L'ultima vittima riconosciuta è un insegnante di musica, Gary Hinman, che qualche mese prima aveva dato ospitalità alla famiglia. Anche lui viene accoltellato, ma questa volta nessuna scritta sanguinosa compare sulle pareti.

A seguire questo intrigato caso non c'è un arguto investigatore come nei film thriller, non c'è nemmeno una squadra dell'F.B.I. o una intera centrale di polizia, ma c'è un semplice avvocato: Vincent Bugliosi.

Solo dopo due lunghi anni di indagini, l'avvocato Bugliosi riesce a risalire a Charles Manson e a collegarlo alle scritte comparse sul luogo degli omicidi.

L'uomo non ha prove e non è sicuro che sia Manson la mente criminale della "famiglia", così si reca più volte al loro Ranch, per intervistare i ragazzi e per cercare di ricostruire in qualche maniera le vicende.

Il mosaico si va così formando piano piano davanti agli occhi di Bugliosi.

Quei giovani ventenni, apparentemente innocenti, sono tutti degli assassini spietati che agiscono sotto effetto di droghe, plagiati dal loro malvagio leader.

Quando alcuni dei ragazzi cominciano a confessare spontaneamente, per Charles Manson è finita. Tutte le confessioni dei ragazzi puntano l'indice contro di lui, testimone chiave si rivela Linda Kasabian, la ragazza che era stata costretta a fare il palo quella maledetta sera del 9 agosto 1969.

 Nel 1970 comincia il processo alla Manson Family. Il processo è entrato nella storia degli U.S.A. per la sua incredibile lunghezza: solamente il dibattimento preliminare dura quasi un anno.

Alla fine anche Charles Manson arriva a confessare. Rimanendo glaciale, confessa uno dopo l'altro gli omicidi attestati e altri crimini. Viene fuori una interminabile lista di personaggi famosi che la famiglia si era prefissata di uccidere, uno dopo l'altro. Tra questi spiccano i nomi di Elisabeth Taylor, Frank Sinatra, Richard Burton, Steve McQueen e Tom Jones, ma la lista è veramente interminabile.

Perché questi obbiettivi particolari? Perché tutta questa violenza?

Charles Manson rispose che lo avevano ispirato i Beatles con la loro "Helter Skelter", il finimondo. Proprio questo voleva creare Manson: voleva diffondere il caos.

Alcuni specialisti sono invece concordi nel correggere le dichiarazioni di Manson avanzando l'ipotesi dell'ossessione per la fama: non essendo riuscito a diventare una rock star come aveva sempre sognato, Manson avrebbe scelto la via alternativa più facile, dei folli omicidi che attirassero l'attenzione dell'opinione pubblica.

Noi non ci sbilanciamo, ognuno è libero di trarre le proprie conclusioni, anche diverse da queste due "ipotesi" ufficiali.

Il 29 marzo 1971 il processo si chiude con la condanna a morte dell'intera "famiglia". Nel 1972 lo stato della California ha abolito la pena di morte e la Manson Family è stata spostata dal braccio della morte al carcere, dove dovranno scontare innumerevoli ergastoli.

Charles Manson, nella sua intelligente pazzia, avanza con costanza la domanda per la libertà vigilata. Ogni anno, dal 1974 a oggi. La risposta è sempre la stessa: "Respinta".

Manson  è stato detenuto nel carcere di Corcoran, 280 km a nordovest di Los Angeles, che ospita alcuni tra i più noti e efferati killer degli Usa, tra i quali Sirhan Bishara Sirhan, l'assassino del senatore Robert Kennedy, nel 1968. Il 24 maggio 2007 si è tenuta l'undicesima udienza per la libertà vigilata. L'idea che Manson potesse ottenere la libertà aveva scatenato numerosi dibattiti negli USA e aveva preoccupato non poco l'opinione pubblica, ma naturalmentela corte ha respinto ancora una volta le richieste di Charles.  Il Giudice ha ritenuto che Manson, assente in aula, nonostante i suoi 72 anni (di cui 40 trascorsi in carcere) sia ancora pericoloso per chi gli sta vicino.

E' morto a Bakersfield, il 19 novembre 2017

"La paranoia non è altro che una forma di consapevolezza; la consapevolezza non è altro che una forma d'amore" (Charles Manson)

 

 

 

2) La Cappella degli Scrovegni

 

 

 

A Padova, Giotto ebbe la commissione di affrescare la Cappella votiva fatta costruire da Enrico Scrovegni e dedicata alla Madonna della Carita', titolo molto caro alla Confraternita dei “Frati Gaudenti” di cui Enrico degli Scrovegni faceva parte. La Confraternita aveva il programma di combattere l’usura, tanto praticata dal padre di Enrico, Rinaldo di Ugolino, che Dante non esito' a porre nell’inferno tra gli usurai (Inf. XVII, 64 e segg.). La Cappella era stata costruita accanto al palazzo fatto costruire da Enrico degli Scrovegni, nell’area dell’antica arena romana. La Cappella doveva essere l’oratorio di famiglia, pur accessibile anche ad altri, e il futuro mausoleo familiare. 
Gli affreschi vennero eseguiti tra il 1303 e il 1305. 
L'intero ciclo e' un capolavoro della storia della pittura ed e' il metro di valutazione per le opere di dubbia attribuzione giottesca, visto che l'autografia del maestro fiorentino e' certa in molte parti, come la Mandorla del Cristo nel Giudizio Universale, e il gruppo dell’offerta della Cappella, edificata nell’area dell’antica arena romana, dove Enrico Scrovegni aveva edificato per se' un ricco palazzo. 

Giotto, ancora in vita, venne giudicato un altissimo maestro della pittura e un anticipatore dell’umanesimo del 1400. 
E’ classico al proposito citare il cronista Giovanni Villani (Firenze, 1276 - 1348) che nella sua “Nuova Cronaca” scrisse: "Il piu' sovrano maestro stato in dipintura che si trovasse al suo tempo, e quegli che piu' trasse ogni figura e atti al naturale". 
Come e' classico citare il pittore Cennino Cennini (Colle val d’Elsa, 1370 - Firenze 1440) che nel suo “Libro dell’Arte” scrisse: "Rimuto' l'arte di greco (ndr. bizantino) in latino e ridusse al moderno" poiche' introdusse il senso dello spazio, del volume e dell’espressione dei sentimenti, la bellezza del colore sui volumi.
Con lui si ha la geniale riconnessione, senza che sia estranea la scuola romana, con la pittura greco-romana. Una scelta innovativa che risultera' feconda per il Rinascimento, e che fu compresa dalla committenza ecclesiastica, perche' estremamente consona al mistero dell’Incarnazione, alla concretezza del vivere quotidiano del cristiano. Chi affido' a Giotto importanti opere di affreschi nelle chiese rimase appagato dai risultati, come lo e' oggi chi li guarda. 
La pittura bizantina, ancora viva nelle apprezzatissime icone sacre, mirava alla presentazione dell’evento religioso, affinche' si traducesse immediatamente in elevazione di preghiera. La scelta di Giotto e della scuola romana, e poi del rinascimento, fu quella di narrare l’evento, di farlo vedere nel suo svolgersi storico, benche' fissato nel momento pittorico. Questo passaggio culturale dava il grande vantaggio di promuovere l’incarnazione esistenziale dell’evento, attraverso la riflessione attuativa, concreta, nel presente, nella forza dell’amore, che e' inscindibile dalla contemplazione, perche' la contemplazione e' azione d’amore nella verita'. 

In alto due angeli stanno arrotolando la volta celeste (Is 34,4; Ap 6,14) e gia' si intravede la Gerusalemme celeste: si avranno cieli nuovi e terra nuova (Ap 21,1). 

 

Piu' sotto ci sono le schiere angeliche ordinate a semicerchio come corte celeste al Cristo nell’atto di compiere il Giudizio Universale. Seguendo la speculazione teologica (Dionigi l’Areopagita: De coelesti hierarchia. San Gregorio Magno: Homiiarum in evangelia) alla destra di Cristo a partire dall’iride della mandorla si hanno: Serafini, Troni (il loro vessillo ha disegnato un trono), Dominazioni, Virtu'. I Cherubini si intravvedono ai due lati della trifora. Alla sinistra di Cristo a partire dall’iride della mandorla: Angeli, Arcangeli, Principati, Podesta'. Ogni coro ha dei vessilliferi. Michele e Gabriele sono quelli vicini a Cristo-Giudice e hanno la spada ed il vessillo bianco-crociato. Le schiere angeliche, specie quelle alla sinistra di Cristo, impugnano compatte degli scudi. Le nove schiere angeliche hanno liberato il regno di Cristo sulla terra (Cf. Ap 11,15) da tutti gli scandali e hanno gettato i ribelli nell’Abisso (Cf. Mt 13,41; Ap 19,19-20), e ora celebrano il trionfo finale del loro Re, partecipando della sua gloria di Giudice. 
Uno scudo rosso degli Arcangeli ha il disegno di un leone, segno regale di Cristo. Un altro scudo degli Arcangeli ha una figura umana alata, con cappuccio e una fiaccola accesa nella mano sinistra, per distruggere la terra e cavalca un destriero. E’ un emblema della battaglia finale contro le potenze della terra (Cf. Ap 19,14). 

La grande mandorla formata da un iride con colori che cha dal blu del bordo interno passa gradualmente al bianco per poi procedere dal giallo chiaro fino all’arancione scuro del bordo esterno. E’ un arcobaleno, che schematicamente riproduce quello naturale, ma che fa riferimento agli arcobaleni gloriosi presenti nelle visioni del libro di Ezechiele e dell’Apocalisse (Ez 1,27; Ap 4,3).
Attorno alla mandorla del Cristo gli angeli con le trombe del giudizio universale (1Tess 4,16 1cor 15,52; Ap 8,6).

Il Cristo e' seduto su di un firmamento (Cf. Ez 2,22) che risulta disteso su quattro figure. Sulla destra di Cristo a partire dal bordo dell’iride c’e' un orso che addenta un pesce (un luccio) (Cf. Dn 7,5), segue una figura a foggia di centauro alato, con gli zoccoli da capro (Cf. Ap 9,7-9). Alla sinistra di Cristo a partire dal bordo dell’iride si ha un leone alato in piedi (Cf. 7,4), segue una creatura angelica. 
L’orso che addenta un luccio (cristiani) rappresenta i poteri della terra che hanno perseguitato i cristiani. Il centauro alato rappresenta le forze demoniache scatenate sulla terra a fianco dei persecutori. Il leone alato rappresenta la Chiesa. L’angelo rappresenta le potenze angeliche affiancate alla Chiesa. In queste quattro figure simboliche e' racchiusa tutta la storia, che ora si srotola davanti a tutti nel giudizio universale. 
Le forze avverse all’azione di Cristo nella storia sono dalla parte dei beati: esse non hanno fatto altro che accrescere la gloria dei credenti e di Cristo. Le forze di Cristo, Chiesa e angeli, stanno dalla parte dei dannati e dei demoni, quali castigo per loro che ne vedono la vittoria. 

Cristo ha attorno a se' un ventaglio di luce, mentre il capo ha un nimbo con croce, ai cui vertici (tre) Giotto mise degli specchietti che facevano balenare i raggi del sole che entravano nella cappella dalla finestra della facciata. La sua tunica e' rossa quasi rosata con ricami in oro, segno della sua regalita'. E’ cinto di un ampio mantello a modo di grembiule di color amaranto (Cf. Lc 12,37; Mc 13,14): e’ il Re che servira' per tutta l’eternita' i santi con la beatitudine della partecipazione alla vita trinitaria. La tunica e' squarciata a destra secondo il colpo della lancia e si intravvede la ferita. Presenti i segni dei chiodi nelle mani e nei piedi. Il volto di Cristo e' bellissimo. Non e' adirato, e' il Re di infinita giustizia che premia e condanna con l’assoluto diritto datogli dal Padre (Cf Gv 5,27). Il volto del Re di immensa gloria e' rivolto verso i risorti alla sua destra e ad essi rivolge la mano invitandoli a se' (Cf. Mt 25,34). I dannati vengono rifiutati e condannati (Cf. Mt 25,41). 

Sotto i cori angelici e attorno al Cristo glorioso ci sono i dodici apostoli in trono a giudicare con Cristo (Lc 22,30). Alla destra di Cristo Pietro, Giacomo, Giovanni, Filippo, Simone e Tommaso. Alla sua sinistra: Matteo, Andrea, Bartolomeo, Giacomo minore, Giuda Taddeo e Mattia. Lo scranno piu' riccamente decorato e' quello di san Pietro. (Gli apostoli sono riconoscibili perche' dipinti in altri luoghi della cappella) 

In basso, sotto la mandorla, c’e' una grande croce sostenuta da due angeli (Cf. Mt 24,30), e' il segno discriminante tra i buoni e i cattivi. Chi ha accolto Cristo e la sua misericordia si trova alla destra di Cristo. Chi lo ha rifiutato alla sua sinistra. 

 

Alla base del dipinto si ha la risurrezione dei morti. I morti in Cristo formano una prima schiera che sale verso l’alto in attesa del giudizio di premio eterno. In questa schiera, che ha come accompagnatrice una fila di angeli, si possono vedere santo Stefano, due vergini con la palma del martirio, Cornelio il centurione di Cesarea (At 10,1s) oppure l’imperatore Costantino, san Domenico, san Francesco, san Benedetto, poi altri santi, vescovi, ecclesiastici. Forse si puo' identificare sant’Orsola, poi vengono nobili e popolani, uomini e donne, infine forse si puo' identificare il beato Pellegrino, un padovano morto nel 1266. La schiera non ha il nimbo sul capo poiche' non ha ancora ricevuto il giudizio di gloria eterna da Cristo. La lettura che vuole vedervi anche Giotto, e' un’immaginazione che va contro l’ortodossia. Giotto non poteva che avere una certezza morale di salvarsi sulla base della parola di Cristo, ma non assoluta tanto da immortalarsi nel dipinto. Infatti e' scritto (1 Cor 10,12): “Chi e' in piedi badi di non cadere” e (Mt 24,13): “Chi avra' perseverato fino alla fine sara' salvato” e ancora (Fil 2,12): “Attendete alla vostra salvezza con timore e tremore”. 

Sopra questa prima schiera che non ha ancora l’aureola c’e' la schiera di quelli che gia' hanno ricevuto il giudizio di premio eterno. La schiera e' accolta dalla Vergine Maria avvolta in un manto bianco e circondata da una mandorla dorata. La Madonna solleva Eva, che ha l’aureola, piegata di fronte alla maesta' di Maria.
L’ordine di questa schiera, ascendente verso la Gerusalemme celeste, parte dall’inizio del mondo. Prima i giusti del Vecchio Testamento, poi quelli del Nuovo. L’affresco in questa parte e' danneggiato, ma si puo' vedere Mose' dal particolare dei due raggi di luce. Si vede anche san Paolo. 

Giotto compone la raffigurazione dell’Inferno attingendo, come struttura generale, ai dati biblici del fuoco e del fiume di fuoco (Dn 7,10). Il fiume di fuoco dell’eterna condanna si divide in quattro fiumi di fiamme che dilagano includendo nei tre spazi intermedi i dannati precipitati in basso e afferrati dai demoni. 
IIl fuoco che scaturisce alla sinistra della mandorla che contorna il Cristo glorioso e' il fuoco della giustizia divina. Per intendere la presenza dei dannati e dei demoni cosi' in alto, fuori dall’abisso bisogna partire dalla risurrezione. I dannati risorti cercano di sfuggire alla condanna presentando delle ragioni false (Mt 7,21): “In quel giorno molti mi diranno: Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome (…) Ma allora dichiarero' loro: Non vi ho mai conosciuti”. Anche i demoni sono in alto per accusare Cristo di ingiustizia, per togliere a lui la gloria del giudizio, ma tale gloria nel giudizio e' fondata sulla croce (Mt 24,30): “Allora comparira' nel cielo il segno del Figlio dell’uomo”. Tutto il cielo, con gli apostoli e anche i beati che salgono alla Gerusalemme celeste, proclama la giustizia di Cristo (Mt 12,42): “Nel giorno del giudizio, la regina di Saba si alzera' contro questa generazione e la condannera', perche' ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la Sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi e' uno piu' grande di Salomone”. 

Il Giudizio di Cristo sara' giudizio infinitamente glorioso. Tutto il cielo condannera' in una universale condanna dannati e demoni. Anche i demoni che hanno agito contro Cristo e la Chiesa saranno sottoposti a condanna (1Cor 6,3). 

Il fuoco e' perfetta giustizia (Mt 25,41; Ap 20,10). I demoni e i dannati hanno scartato il Fuoco dell’amore di Dio scegliendo i fuochi della superbia, e ora sono immersi in quel fuoco, commentato dal fuoco della Geenna nella valle dell’Hinnom che bruciava le immondizie di Gerusalemme. Il fuoco era gia' presente come condanna degli angeli ribelli (Mt 25,41) e gia' tormentava le anime dei dannati, ma ora tormenta anche i loro corpi. I dannati vollero essere carne, solo carne, e cosi' la carne sara' colpita dal fuoco. La natura di questo fuoco e' insondabile. 
I demoni e i dannati sono di proporzioni piccole, travolti dal caos infernale prodotto dall’odio. I tre spazi tra i quattro fiumi di fuoco proseguono nell’antro buio dell’Inferno, poiche' l’Inferno e' anche tenebra, assenza di luce. Nel pavimento dell’abisso infernale ci sono degli inghiottitoi tombali, poiche' la dannazione e' la seconda morte, quella eterna (Ap 2,11; 20,14). 

Lucifero re dell’abisso e' presentato come un grande mostro che siede su di uno scranno fatto da un drago a due teste che divorano dannati, secondo il modello del giudizio di Torcello (laguna di Venezia) (Sec. XI-XIII). E secondo il modello del Lucifero di Coppo di Marcovaldo (ca. 1225 - ca. 1276) presente nel mosaico dell’Inferno del Battistero di Firenze, che ha pure lui uno scranno fatto da un drago a due teste. A differenza di Coppo di Marcovando che fa uscire due serpenti dalle orecchie del mostro, dove hanno il loro nido, Giotto presenta un serpente drago che fa come drappo alla testa del mostro. 
Ha i piedi ad artiglio, ed e' del colore bluastro della morte. 
Giotto e' pienamente allineato con la tradizione pittorica medievale. 
Va detto che il dominio dei demoni sui dannati e' espresso dalla pittura in modo del tutto figurato. Infatti le impiccagioni, le sevizie a morte dei demoni, i divorati da Satana, sono immediatamente in contrasto con il fatto che i corpi dei dannati non sono piu' attaccabili dalla morte, e che percio' i demoni non possono che colpire con l’odio facendo ricordare e ricordare che sulla terra i dannati si sono fatti loro servitori: servitori dell’Odio. Queste le loro sevizie terribili, senza confronto piu' terribili di quelle presentate dalla pittura. Un re despota, riconoscibile dalla corona che ha in capo, ora deve stare sotto il peso di Satana, come si vede nella raffigurazione del mostro infernale. 
La composizione pittorica presenta l’irreversibilita' del vizio, che e' radicato nella superbia. Un dannato con mitra in capo (vescovo o abate) e' mostrato mentre da' autorizzazioni in cambio di denaro, manifestandosi come simoniaco. In piu' siede su di un demonio credendo di poterlo asservire, ma e' solo la preparazione di nuovo orrore. Anche una meretrice si presenta avida di soldi di fronte ad un dannato che ha una borsa di denaro. 
I fuochi del vizio non fanno che ricordare incessantemente ai dannati la causa della loro eterna dannazione, e cosi' diventano il gelo piu' glaciale nel fuoco della condanna. Per i fuochi dei vizi ora c’e' il fuoco della condanna. Il dannato odia se stesso e anche i vizi, radicati in lui nell’eterna deformita' della superbia, ma eternamente superbo insiste sulla superbia poiche' in quella si e' strutturato per sempre. 

Il corpo del dannato possiede come quello dei giusti risorti l’immortalita', ma in uno stato preternaturale diverso da quello del paradiso terrestre dove c’era la necessita' di mangiare (1Cor 15,53; Lc 20,35; Ap 21,4). Dio non e' ingiusto nel fare risorgere i dannati poiche' l’uomo non e' un’anima dentro un corpo, ma un’unita' di anima e di corpo, e percio' l’uomo deve essere ricomposto nella sua interezza, con la quale ha del resto peccato. 
L’immortalita' non e' l’impassibilita', cioe' la sottrazione dal dolore, propria dei corpi gloriosi (Is 25,8; 49,19; Sap 3,7; Dn 12,3; Mt 13,45 1Cor 15,42-44; Ap 7,16-17; 21,4). I corpi gloriosi hanno anche lo splendore, riflesso dello splendore dell’anima, mentre quelli dei dannati emettono buio come riflesso del buio interiore. I corpo gloriosi hanno l’agilita', cioe' la possibilita' di spostarsi da un luogo all’altro vincendo la necessita' del cammino, quelli dei dannati non la hanno. I corpi gloriosi hanno la sottigliezza, cioe' il dominio assoluto dell’anima sul corpo, i dannati hanno piuttosto il dominio del corpo sull’anima. Il corpo risorto nella dannazione e' dannazione esso stesso, perche' ricorda loro che fu strumento della loro dannazione. Fiamme di illusioni senza speranza compenetrano il dannato e nello stesso tempo gelo di orrore di fronte ad un’illusione che non puo' essere. 

Il solo collante dei demoni, che si odiano, e' cercare di portare alla dannazione gli uomini e quindi di farli soggetti a loro, ma quando l’Abisso verra' serrato cadra' anche questo collante demoniaco, e sara' ancora di piu' il caos dell’odio (Ap 20,3; 20,10). 
La situazione del dannato e' eterna (Mc 9,48). Non e' un peccato o due o tre o quattro che mandano all’Inferno, ma il rifiuto, nell’impenitenza, della somma, della somma, della somma, dell’amore di Dio. 

 

 

 

3) Metodi di tortura - La sega

 

 

Prima che la sega venisse usata per tagliare il legno o altri materiali, fu usata per tagliare gli esseri umani a fini di tortura o esecuzione. La vittima era tenuta capovolta affinché il dissanguamento fosse più lento e il maggiore afflusso di sangue al cervello acuisse la sensibilità al dolore. Venivano puniti con la sega coloro che si erano macchiati di ribellione, coloro che avevano disubbidito agli ordini militari, coloro che venivano accusati di stregoneria, oltre agli omosessuali a cui venivano devastati i genitali.

Il condannato veniva appeso a testa in giù con le gambe divaricate e con una sega veniva tagliato in 2 verticalmente. Veniva tenuto a testa in giù affinché il dissanguamento fosse più lento e perchè il maggior afflusso di sangue al cervello acuisse la sensibilità al dolore. Pare anche che la vittima restasse cosciente finchè la sega arrivava al cranio;

Conosciuta come la divisione del corpo, un metodo di esecuzione veramente raccapricciante. Quanto di più doloroso e crudele si possa immaginare.

Il posizionamento a testa in giù non era casuale, infatti così facendo il sangue scorreva verso il cervello, amplificando la sensazione di dolore e ritardando la morte per dissanguamento. 

 

 

4) Le 120 giornate di Sodoma

 

 

Donatien-Alphonse-François de Sade, signore di Saumane, di La Coste e di Mazan, marchese e conte de Sade - pronuncia francese - conosciuto comunemente come Marchese de Sade ma anche come D.A.F. de Sade e soprannominato Divin marchese (Parigi, 2 giugno 1740 – Charenton-Saint-Maurice, 2 dicembre 1814), è stato uno scrittore, filosofo, poeta, drammaturgo, saggista, aristocratico, criminale e politico rivoluzionario francese, delegato della Convenzione nazionale.

 

Appartenente a una famiglia di antica nobiltà, a partire dal 1800 e fino alla morte quattordici anni dopo, rinunciò a ogni titolo nobiliare e si firmò semplicemente «D.-A.-F. Sade». Per il periodo rivoluzionario utilizzò anche lo pseudonimo Louis Sade. Fu autore di tutta una serie di classici della letteratura erotica, drammi teatrali, testi vari e saggi filosofici, molti dei quali scritti mentre si trovava in prigione, la sua opera e il suo pensiero lo hanno fatto considerare un esponente dell'ala estremista del libertinismo, nonché dell'Illuminismo più radicale, ateo, materialista e anticlericale.

Il suo nome è all'origine del termine sadismo, atteggiamento che emerge dai suoi romanzi, incentrati sulla descrizione di comportamenti sessuali trasgressivi e perversi, quelli che saranno chiamati appunto "sadici", oltre che su scene di esplicita violenza e sui temi filosofici della ricerca del piacere, consistente nel soddisfare gli istinti naturali (in Sade spesso derivanti dall'esercitare la crudeltà a fini sessuali), dell'ateismo e del rifiuto verso ogni forma di autorità costituita

 

Donatien Alphonse François de Sade (Marchese De Sade)

LE 120 GIORNATE DI SODOMA - Versione PDF

 

 

 

5) Fenomeni da baraccone - Miss Rosina

 

 

Il Freak Show era sostanzialmente uno spettacolo di rarità biologiche tanto in voga durante  l’Ottocento, fino alla prima metà del Novecento. I “fenomeni da baraccone” altro non erano che persone nate con malformazioni di carattere genetico o fisico, che venivano vendute ai direttori dei circhi itineranti per misteriosi numeri nei loro spettacoli.

 Il film “Freaks” di Tod Browning del 1932 illustra quel mondo meglio di qualunque enciclopedia.

Miss Rosina era un fenomeno da baraccone apparso agli inizi del 900.

 

 

 

6) I Tarocchi - Il Mago

 

 

Un mago o un prestigiatore, in piedi davanti al proprio tavolo di lavoro, è raffigurato mentre solleva la sua bacchetta magica.

Diversi oggetti sono posati sul tavolo, e sono tutti riconducibili ai semi delle carte dei tarocchi.

Sul tavolo del mago sono infatti presenti una coppa, un coltello o una spada, delle monete, e un bastone.

In cartomanzia la figura del mago è spesso associata a colui che legge le carte.

In alcune raffigurazioni sopra la testa del mago è presente un 8 rovesciato, simbolo dell’infinito, oppure è il cappello del mago che nella forma ne ricorda il simbolo.

Significato nei Tarocchi

Il mago è una figura che rappresenta attività, infatti il mago è colui che è artefice della propria fortuna, che è intraprendente, che agisce, e che ottiene dei risultati.

E’ una carta indubbiamente positiva, infatti rappresenta colui che ha capacità ed intelligenza, le usa, e grazie ai suoi meriti raggiunge dei risultati.

Rappresenta: azione, capacità, intraprendenza, merito, risultati.

Carta Rovesciata

Si esaltano tutti gli aspetti negativi dell’agire; ad esempio può significare: agire per il male, troppa fretta e agire senza riflettere, arrivismo, sfiducia nelle proprie capacità che invece ci sono, agire male, ossessione per i risultati materiali trascurando i veri valori.

 

7) Ufo,la Francia svela i files x dopo 30 anni

 

Il rapporto del Cnes non è il primo studio realizzato sugli Ufo. Gli Stati Uniti ad esempio, hanno studiato il fenomeno a livello statale più di una volta. Nel 1947-48 l'Air Technical Intelligence Center (Atic) della base di Wright Patterson di Dayton nell'Ohio, divenne centro di riferimento per i primi rapporti di Ufo, il quale aveva il compito di verificare l'esistenza di un'eventuale arma segreta nemica. Nacque poi il Progetto Sign. Si trattava di una commissione militare voluta con decreto del Ministro della Difesa Americano. I lavori durarono circa un anno, dopo di che ripartì con il nome di Progetto Grudge.

Ma nel 1952 una nuova ondata di avvistamenti obbligò a una nuova inchiesta: nacque così il progetto New Project Grudge, più noto come in codice Project Blue Book. Operò fino a al 1969 e fu la prima importante ricerca sui dischi volanti. I risultati, ancora una volta, dissero che per l'Air Force i cosiddetti Ufo non costituivano una minaccia alla sicurezza nazionale e non esistevano prove decisive della loro origine spaziale.

In tutto sono circa 1.600 i casi desecretati dalle autorita' francesi.Tra quelli considerati interessanti il 28% non ha ancora avuto una spiegazione. I fenomeni perfettamente chiariti sono il 9%, quelli probabilmente identificati sono il 33%, mentre quelli per cui è difficile dare una valutazione, nonostante la loro importanza, sono ben il 30%. Materiale che richiederebb 100.000 pagine per poter essere pubblicato su carta: si tratta di 3.000 verbali di oltre 6.000 testimoni, redatti dalle autorità di vario tipo, dalle gendarmerie a ricercatori. 

 

I FILES X DESECRETATI DAL GOVERNO FRANCESE

 

 

8) Il processo alle streghe di Salem

 

 

Il Processo alle streghe di Salem fu una serie di atti rivolti a persone accusate di stregoneria che si svolsero a partire dal 1692 nel villaggio di Salem (contea di Essex, Massachusetts), il cui territorio in gran parte è ora ricompreso nella città di Danvers. Fu l'ultimo del suo genere nelle colonie britanniche del Nordamerica.

 

In precedenza, 17 persone erano già state sottoposte alla pena capitale nella zona per lo stesso reato, nel corso di una caccia alle streghe durata dal 1647 al 1688. Con i processi del 1692 iniziò la più estesa serie di accuse, arresti ed esecuzioni capitali mai inflitte nei possedimenti britannici del Nuovo mondo per il reato di stregoneria.

Le incriminazioni per stregoneria dilagarono in pochi mesi nelle città circostanti: AndoverAmesburySalisburyHaverhillTopsfieldIpswichRowleyGloucester, Manchester, MaldenCharlestownBillerica, Beverly, ReadingWoburnLynnMarblehead e Boston.

 

Salem Village era un piccolo villaggio rurale del Massachusetts, abitato dai coloni provenienti dall’Inghilterra, che venne diviso da Salem Town a fine Seicento. La colonizzazione era ancora recente e queste persone credevano di essere il popolo scelto da Dio per strappare quella terra al diavolo. Tale convinzione era esaltata dalla loro fede puritana che prevedeva una vita del tutto coerente con le  Sacre Scritture, nell’ubbidienza e nella frugalità, volta ad estirpare il peccato; così erano state vietate le danze, la musica, persino i giocattoli. Inoltre erano nate numerose rivalità tra le famiglie più e meno abbienti e varie lotte per il potere. La tensione era dunque già molto alta e i problemi che ebbero in seguito non fecero che peggiorare la situazione: invasioni di locuste e siccità sembravano minacciare la loro sopravvivenza e quando a ciò si aggiunsero l’incendio di Boston e il terremoto di Port Royal, l’unica spiegazione poteva essere un complotto del diavolo per cacciarli dalle terre che stavano cercando di portagli via.

Come spesso si fa in queste occasioni, si cercò un capro espiatorio e si trovò un’occasione servita su di un piatto d’argento.

 

Elizabeth ed Abigail

Tutto inizia nel 1692 e l’incubo dura per dodici mesi. La figlia e la nipote del nuovo reverendo, Samuel Parris, iniziano ad avere comportamenti strani. Elizabeth ed Abigail, questi i nomi delle due fanciulle, hanno comportamenti aggressivi, si nascondono dietro alcuni oggetti, strisciano a terra, camminano carponi, fanno discorsi incomprensibili. Il reverendo chiama un medico per curarle, il dottor Griggs, ma tutti i rimedi sono inutili e il signore sentenzia che le due sono vittime di un maleficio. Parris decide di chiamare altri pastori locali per decidere il da farsi: il consiglio è di affidarsi a Dio, pregare e lasciare che il tempo risolva la cosa. Ma nel frattempo altre adolescenti del villaggio iniziano ad assumere lo stesso comportamento e tra la gente si diffonde l’idea della stregoneria. Si dice che Mary Sibley, una rispettabile donna del villaggio, propose la “Witch Cake”, una torta fatta di segale ed urina delle presunte streghe. Questa, data in pasto ad un cane, lo avrebbe spinto ad individuare le fonti del maleficio. Inutile dire che non funzionò.

Furono accusate e imprigionate tante persone, ma la prima donna ad essere  impiccata fu Bridget Bishop. La Bishop era una proprietaria terriera – aveva un grande campo di mele – e possedeva una taverna. Ad accusarla furono Abigail Williams, Ann Putnam e Mary Walcott. Le infamie sul suo capo erano tante: era accusata di stregoneria, magia nera, di aver sedotto tutti gli uomini del villaggio – cosa impegnativa, considerando che la Bishop aveva superato i 60 anni di età – e di insidiare le giovani fanciulle di Salem. Fu dichiarata colpevole e impiccata alla Gallows Hill, i suoi resti poi vennero malamente sepolti nella stessa area, così come quelli di tutti gli altri colpevoli.

Nella follia generale si continuarono i processi, tra cui comparivano, oltre ad Elizabeth ed Abigail, Ann Putman, Betty Hubbard, Mercy Lewis, Susannah Sheldon, Mercy Short e Mary Warren, e si decise di ritenere valida come prova la cosiddetta evidenza spettrale, ovvero la presenza di malessere e reazioni nelle testimoni alla presenza della presunta strega. Inoltre ci si basava sull’idea che il diavolo avesse concesso alle sue servitrici il potere di rimanere fisicamente in un posto mentre il loro spirito tormentava le vittime. Come potete capire non esisteva nessuna possibilità di difendersi con un alibi. Così quando furono accusate, per Sarah Osborne e Sarah Good non vi fu scampo. Erano due donne che godevano già di una pessima reputazione a Salem e così vennero impiccate.

Furono accusati  donne e uomini rispettabili, i documenti dell’epoca hanno consegnato agli annali i nomi di diciannove individui impiccati, un morto sotto tortura e quattro decessi in prigione. La maggior parte degli accusati erano puritani che godevano di una buona posizione all’interno del villaggio. Rebecca Nurse ad esempio era una donna di buona famiglia, amata e ben voluta da gran parte dei cittadini di Salem. Ma ciò  a nulla servì dinanzi le accuse di stregoneria formulate da Abigail Williams.

Il reverendo George Burroughs fu impiccato mentre recitava le sue preghiere, cosa impossibile secondo le credenze del tempo per un uomo legato al demonio. Tutte le impiccagioni si tennero nella Gallows Hill, al cosiddetto “albero delle streghe”.

L’esecuzione più drammatica e spaventosa fu però quella di un ultra settantenne contadino di nome Giles Corey. Corey era il marito di una delle accusate, la “strega” Martha Corey e fu a sua volta coinvolto nel processo alle streghe dalle accuse di negromanzia formulate da Mercy Lewis, la quale asserì di essere continuamente perseguitata dal suo spirito pervertito e blasfemo. Prima di allora  durante il processo tutti gli accusati si erano dichiarati colpevoli o non colpevoli alla fatidica domanda posta loro dalla corte. Corey ricorse a un espediente che gli consentiva di non essere giudicato qualora non avesse risposto alle accuse di colpevolezza: rimanendo in silenzio il processo non poteva essere portato a termine e senza processo alla sua morte i suoi beni non potevano essere confiscati ma sarebbero passati agli eredi diretti, i suoi figli.

Nel tentativo di estorcergli la dichiarazione lo sceriffo locale George Corwin lo sottopose a uno supplizio atroce: lo fece distendere sul terreno antistante alle prigioni e ordinò che gli venissero caricati addosso dei pesantissimi massi. La tortura sarebbe proseguita fin tanto che Corey non si fosse arreso, esprimendo la sua dichiarazione di colpevolezza. Ma questo momento non arrivò mai, anzi alle richieste di resa dello sceriffo egli rispondeva incurante “più peso.” Dopo due giorni l’anziano uomo morì. 

 

Ma erano solo le prime, poiché le stranezze delle giovani continuarono, anzi peggiorarono, ed esse cominciarono ad accusare altre decine di donne della comunità di stregoneria. 

Nell’ottobre del 1692 il governatore Phips, sollecitato dal parere del reverendo Increase Mather, sottoscrive un mandato che mette fine ai processi di Salem. Il provvedimento emanato sottolinea come la prova dell’evidenza spettrale non sia del tutto attendibile e potrebbe mandare a morte molte persone innocenti. Le impiccagioni avvenute il 22 settembre di  Martha Corey, Margaret Scott, Mary Easty, Alice Parker, Ann Pudeator, Willmott Redd, Samuel Wardwell e Mary Parker furono le ultime sentenze di morte eseguite. Nel gennaio del 1693 quarantanove  persone arrestate per reato di stregoneria vengono assolte e rilasciate.

 

 

9) L'esorcista di Dio 

 

Gabriele Pietro Amorth (Modena1º maggio 1925 – Roma16 settembre 2016) è stato un presbitero e scrittore italianoesorcista della diocesi di Roma.

Nato a Modena da una famiglia profondamente legata al cattolicesimo e all'Azione Cattolica, fu membro della FUCI. A soli 18 anni entrò a far parte dei partigiani cattolici della Brigata Italia di Ermanno Gorrieri, col soprannome "Alberto", e divenne presto vice-comandante di piazza a Modena e comandante del 3º Battaglione della 2ª Bgt Italia.

A vent'anni, concluso il conflitto, gli fu conferita la Croce di guerra al valor militare[ e a 22 anni, nel 1947, fu nominato vice delegato nazionale dell'allora presidente dei Movimenti giovanili della Democrazia Cristiana, Giulio Andreotti. Allora era legato al gruppo politico di Giorgio La Pira, Giuseppe Dossetti, Amintore Fanfani e Giuseppe Lazzati.

Laureato in giurisprudenza, entrò a far parte della Società San Paolo e fu ordinato presbitero il 24 gennaio 1954 a Roma dall'allora vescovo di Norcia Ilario Roatta. Ha pubblicato molti articoli sulla rivista cattolica Famiglia Cristiana.

 

Appassionato di mariologia, assunse la direzione del mensile Madre di Dio. È stato un membro della Pontificia accademia mariana internazionale.

Dal 1986 è stato esorcista nella diocesi di Roma, per mandato del cardinale vicario Ugo Poletti. Si è formato alla scuola di padre Candido Amantini, il quale per molti anni era stato il più autorevole esorcista della Scala Santa a Roma. Collaborava con diversi medici e psichiatri italiani.

Il quotidiano comunista Liberazione riferisce che don Amorth avrebbe effettuato circa 70.000 esorcismi dal 1986 al 2007.Lo stesso padre Amorth in un'intervista al giornale britannico Sunday Telegraph del 2000 riferisce di oltre 50.000 interventi effettuati.

Nel 1990 fondò l'Associazione internazionale degli esorcisti, di cui è stato presidente fino al 2000, sebbene sia rimasto presidente onorario fino alla morte.

Conduceva la trasmissione radiofonica Racconti di un esorcista - il titolo riprendeva un suo noto libro - su Radio Maria.

Nel 2011 dichiarò:

<< Harry Potter porta alla magia e, quindi, porta al male. Anche in Harry Potter il demonio ha agito in maniera nascosta e furba, sotto forma di poteri straordinari, magie, maledizioni>>

In Italia si ritiene che siano sei-settecento le sette sataniche. Si tratta sempre di gruppi molto piccoli, perché così si possono riunire con maggior facilità e sono difficili da individuare. Sono solo quattro le grandi sette sataniche in Italia: tutte le altre sono formate da una decina di persone ciascuna. Sono quindi più di 7000 le persone che nel nostro Paese fanno parte di sette sataniche. Ma in Italia c’è una grande diffusione del satanismo che va oltre le sette. E coinvolge un grandissimo numero di persone. Basti pensare al rock satanico. Non accuso assolutamente – sarebbe ridicolo – la musica rock. Ma c’è una sua forma, appunto il cosiddetto rock satanico, che predica il nichilismo più assoluto, combatte la religione cattolica e qualsiasi ordine sociale. Insegna che tutto è permesso, e che l’individuo è dio.  Pensi di farle per scopi distensivi ma portano all'induismo. Tutte le religioni orientali sono basate sulla falsa credenza della reincarnazione.

Sant’Agostino diceva che se Dio non lo bloccasse, il demonio ci ucciderebbe tutti.  Occultismo e satanismo hanno sempre destato grande curiosità. Avere esperienze ed emozioni nuove, imparare cose nuove affascina: chi entra in sette sataniche ha l’attrattiva di acquistare poteri che altri non hanno.E Satana li dà davvero i suoi doni: ricchezza, piaceri e successi. Sono le stesse tentazioni subite da Cristo: «Ti do tutto il mondo se prostrato mi adorerai». E sapesse quanti si inginocchiano, al giorno d’oggi, di fronte a Satana. 

Da trecento anni si è cessato di fare esorcismi nella Chiesa latina (non è così nella Chiesa ortodossa e in certe confessioni protestanti). E perciò sacerdoti e vescovi, non avendo mai visto esorcismi, non parlandone mai, avendo evacuato dalla fede cattolica così come viene insegnata nei seminari la presenza personale del diavolo, non ci credono più. Ritengo che il 99 per cento dei vescovi non crede più nell’azione straordinaria del demonio. 
Basta vedere il nuovo rituale esorcistico preparato dalla Santa Sede: è stato fatto da persone completamente incompetenti, e che hanno paura degli esorcismi. 

 

 

10) Il trillo del diavolo

 

La Sonata per violino in sol minore, più notoriamente conosciuta come Il trillo del diavolo, è una sonata per violino e basso continuo scritta dal compositore Giuseppe Tartini (1692 - 1770), famosa per essere tecnicamente molto impegnativa.
Ci sono diverse ipotesi sulla sua datazione: il 1713 se si dà fede al racconto del viaggiatore francese Jérôme Lalande, ma l'analisi dello stile musicale la colloca più verosimilmente negli anni '40 del XVIII secolo

 

Secondo un aneddoto, riportato dall'astronomo francese Jérôme Lalande nel libro Voyage d'un Français en Italie, fait dans les années 1765 et 1766, l'ispirazione che porterà alla nascita della sonata Il trillo del diavolo deriva da un sogno, in una notte del 1713, descritto così dal compositore:

« Una notte sognai che avevo fatto un patto e che il diavolo era al mio servizio. Tutto mi riusciva secondo i miei desideri e le mie volontà erano sempre esaudite dal mio nuovo domestico. Immaginai di dargli il mio violino per vedere se fosse arrivato a suonarmi qualche bella aria, ma quale fu il mio stupore quando ascoltai una sonata così singolare e bella, eseguita con tanta superiorità e intelligenza che non potevo concepire nulla che le stesse al paragone. Provai tanta sorpresa, rapimento e piacere, che mi si mozzò il respiro. Fui svegliato da questa violenta sensazione e presi all'istante il mio violino, nella speranza di ritrovare una parte della musica che avevo appena ascoltato, ma invano. Il brano che composi è, in verità il migliore che abbia mai scritto, ma è talmente al di sotto di quello che m'aveva così emozionato che avrei spaccato in due il mio violino e abbandonato per sempre la musica se mi fosse stato possibile privarmi delle gioie che mi procurava. »