Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per migliorare la tua esperienza e offrire servizi in linea con le tue preferenze. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie clicca qui

Vlad III di Valacchia

Vlad III di Valacchia

 

Vladislav III di Valacchia Hagyak (Sighișoara, novembre/dicembre 1431 – dicembre 1476/gennaio 1477), meglio conosciuto solo come Vlad, figlio del voivoda di Valacchia e membro dell'Ordine del Drago, fondato per proteggere il cristianesimo nell'Europa orientale, Vlad II Dracul, fu membro della Casa dei Drăculești, un ramo collaterale della Casa di Basarab, e conosciuto anche con il suo nome patronimico: Dracula

 

Noto anche come Vlad Țepeș (in rumeno: Vlad l'Impalatore), fu tre volte voivoda di Valacchia, rispettivamente nel 1448, dal 1456 al 1462, e infine nel 1476. Il soprannome l'Impalatore deriva dalla sua predilezione ad impalare i nemici. Durante la sua vita, la reputazione di essere un uomo crudele e sanguinario si diffuse nel Sacro Romano Impero e, più in generale, in tutta Europa.

Vlad III è venerato come eroe popolare in Romania, così come in altre parti d'Europa, per aver protetto la popolazione rumena sia a sud che a nord del Danubio.

Vlad III, per la sua brutalità e per il suo patronimico, fu celebre fonte d'ispirazione per lo scrittore irlandese Bram Stoker nella creazione del suo personaggio più famoso, il vampiro conte Dracula, protagonista dell'omonimo romanzo, Dracula (1897)

 

 

 Il suo patronimico rumeno Dragwlya (o DragkwlyaDragulea, Dragolea, Drăculeaderiva dall'epiteto Dracul portato da suo padre Vlad II, che nel 1431 divenne membro dell'Ordine del Drago,un ordine cavalleresco fondato da Sigismondo d'Ungheria nel 1418.Il simbolo di questa confraternita era appunto un dragone prostrato, con la coda avvolta attorno al collo. Sulla schiena del mostro si trovava una croce, che alludeva al trionfo del Signore sul maligno. Dato che nel medioevo il drago era simbolo del demonio, ecco spiegata l'origine dell'appellativo Dracul. In Romeno Dracul significa "il diavolo": drac "diavolo" e ul articolo determinativo suffissale "il". Draculea quindi è, come già anticipato, un patronimico, che rientra nell'ampio gruppo dei nomi romeni con uscita in -ulea. Draculea significa quindi "figlio del diavolo".

Vlad nacque a Sighișoara, in Transilvania, una provincia romena, nell'inverno del 1431 da Vlad II Dracul, futuro voivoda di Valacchia. Il padre di Vlad era il figlio del celebre voivoda Mircea I cel Bătrân. La madre di Vlad rimane sconosciuta, anche se si crede che il padre all'epoca fosse sposato con la principessa Cneajna di Moldavia (figlia maggiore di Alessandro "il Buono", Principe di Moldavia e zia di Ștefan il Grande di Moldavia),

Si crede che Vlad imparò l'abilità nel combattimento, la geografia, la matematica, le scienze, le lingue (slavo ecclesiastico antico, tedesco e latino, ungherese)[9], le arti classiche e la filosofia. Fra i precettori del giovane Dracula vi fu un ultrasettantenne, che aveva combattuto nelle fila crociate la battaglia di Nicopoli, venendo catturato dai Turchi vincitori. Dopo essere stato venduto a dei trafficanti di schiavi genovesi, quest'uomo aveva viaggiato lungo le coste del Mediterraneo orientale e del Mar Nero, creandosi una vasta esperienza del mondo e apprendendo varie lingue. Alla fine, una volta recuperata la libertà, era potuto ritornare in Valacchia.

Nel 1436, Vlad II Dracul salì sul trono della Valacchia. Dato che il suo potere era traballante, decise di renderlo più saldo concordando una pace con il sultano, che in quel momento appariva il sovrano più potente dello scacchiere balcanico. Il trattato prevedeva da parte del voivoda l'obbligo di recarsi ogni anno alla corte di Edirne, per versare il tributo, quello di guidare e scortare le truppe turche dirette contro l'Ungheria. Negli anni successivi Vlad II avrebbe tentato di non infrangere l'accordo con gli Ottomani e nel contempo di non apparire troppo compromesso con gli infedeli, agli occhi del vicino ungherese. Nel marzo del 1442 gli Ottomani entrarono in Valacchia, puntando sulla Transilvania. Dracul non si unì a loro, ma d'altro canto non fece nemmeno nulla per contrastarli, osservando una rigida neutralità, per non compromettere la sua già precaria situazione. La campagna si concluse però con una grande sconfitta presso la cittadina di Sibiu. Ianos Hunyady quindi inseguì i nemici in rotta fino in Valacchia, scalzando dal trono il padre di Dracula e insediando al suo posto Basarab II. Il deposto voivoda, accompagnato dai pochi boiardi rimastigli ancora fedeli, non ebbe altra scelta che rifugiarsi in territorio turco, cercando la protezione e l'appoggio del sultano.Dopo essere stato accolto in maniera piuttosto calorosa, egli fu arrestato al termine di un banchetto e messo sotto custodia a Gallipoli.Nella primavera del 1443 tuttavia, Vlad II venne liberato e, appoggiato da truppe turche, riconquistò il suo trono. Murad II aveva deciso che avere un sovrano non allineato alla causa ungherese, ancorché infido, era preferibile che fare i conti con una Valacchia solidale con essa. Del resto la controffensiva cristiana, guidata dal Cavaliere bianco, aveva messo i Turchi in seria difficoltà. L'anno successivo (estate del 1444), in base ai pesanti accordi raggiunti con il sultano, Dracul inviò alla corte ottomana i suoi figli Vlad e Radu cel Frumos come ostaggi. Il voivoda inoltre si era impegnato a pagare il solito tributo annuale e a inviare, sempre annualmente, un certo numero di fanciulli, per rimpolpare le schiere dei Giannizzeri.Durante gli anni di prigionia, i due giovani Drăculești sarebbero stati educati dai Turchi all'arte della guerra, alla logica ed alla fede musulmana, ma la loro situazione sarebbe sempre rimasta piuttosto delicata: tre anni prima i figli del despota serbo Đurađ Branković infatti erano stati accecati con dei ferri roventi, perché sospettati di voler fuggire dalla loro prigionia.

Nel 1444 i due fratelli corsero il rischio di seguirne la sorte, quando Hunyady costrinse la Valacchia a prendere parte alla crociata che stava conducendo contro la Sublime Porta. Nell'autunno di quell'anno infatti il nobile transilvano aveva rotto la pace di Seghedino, appena stipulata con il sultano, dietro istanza del legato papale cardinal Giuliano Cesarini.

Vlad II aveva dovuto obtorto collo partecipare all'impresa, ma per non compromettere in maniera irrimediabile i suoi rapporti con i Turchi, aveva inviato solo 4.000 uomini, al comando del suo erede Mircea. In questo modo Dracul avrebbe avuto forze sufficienti per far fronte ad una sconfitta crociata, che iniziava a profilarsi molto probabile, vista la defezione di molti alleati della prima ora. I timori del voivoda si concretizzarono durante la sfortunata battaglia di Varna del 10 novembre 1444, che terminò con la morte del re di Polonia e d'Ungheria, Ladislao III e del cardinale Cesarini. Mentre la battaglia infuriava tuttavia, Mircea fu raggiunto da un messaggio del sultano, che gli intimava di ritirarsi per salvare la vita ai due fratelli tenuti come ostaggio. Visto che la causa cristiana era ormai disperata, il sedicenne principe di Valacchia abbandonò il campo, salvando Vlad e Radu da una sorte orribile.

Nel 1446 in Valacchia giunse la notizia che i due giovani principi erano stati risparmiati, accompagnata da nuove proposte di trattativa da parte ottomana. Nell'estate dell'anno successivo, il padre di Dracula firmò un trattato con la Sublime Porta, nel quale venivano ribadite le clausole degli accordi precedenti, con in aggiunta l'obbligo di rispedire indietro 4000 Bulgari, che si erano trasferiti in terra valacca nel 1445, in occasione della campagna borgognona. Grazie alla riconciliazione fra Vlad II e Murad II, la condizione dei due ostaggi si fece meno precaria e, molto probabilmente, essi iniziarono a godere appieno degli agi e dello sfarzo della corte di Adrianopoli, un vero e proprio formicaio, pullulante di giannizzeri, servitori, eunuchi, concubine, etere, cinedi, cuochi, burocrati e un'infinità di altre figure.[20] In questo ambiente Dracula imparò i segreti della politica e della guerra, sviluppando quell'acume e quell'intuito che gli avrebbero permesso più volte di cavarsela in frangenti drammatici. In aggiunta poté acquisire una conoscenza salda della lingua turca. Durante la permanenza alla corte ottomana, il giovane Vlad ebbe anche modo di conoscere colui che sarebbe divenuto il suo più acerrimo nemico, il futuro sultano Maometto II.

Nel frattempo, il 5 giugno del 1446[24], János Hunyadi, era stato nominato, da una Dieta appositamente convocata, reggente d'Ungheria, in attesa che il legittimo sovrano, Ladislao Postumo raggiungesse la maggiore età, potendo così reggere le sorti del regno in prima persona. Il Cavaliere Bianco perciò si trovava a poter condurre la politica estera del regno a suo piacimento. Il momento della resa dei conti con Vlad II Dracul era giunto. Varie e profonde erano le cause dell'inimicizia fra il voivoda e il reggente ungherese. Innanzitutto a Hunyadi non erano mai andati a genio i continui voltafaccia del padre di Dracula. In secondo luogo, egli non poteva sopportare le umiliazioni che gli erano state inflitte dal voivoda e dal suo erede Mircea, all'indomani della sconfitta di Varna. Durante il consiglio di guerra successivo alla battaglia infatti, il nobile ungherese si era visto addossare tutta la colpa della tremenda batosta subita dai crociati, che sarebbe stata causata dall'esiguità dell'esercito cristiano. Mircea aveva addirittura proposto che Il Cavaliere Bianco fosse condannato, mentre si trovava in balia dei Valacchi, dal momento che il suo esercito era stato quasi completamente sterminato dai Turchi. Alla fine tuttavia, Hunyadi era riuscito a tornare in Transilvania, salvato probabilmente dalla sua fama, dalle sue benemerenze nei confronti della cristianità e dai timori di una vendetta ungherese. Matei Cazacu,grande studioso di storia romena, inoltre ipotizza che la goccia che fece traboccare il vaso, fosse legata a dispute di natura monetaria, fra il Regno d'Ungheria e la Valacchia, che erano allineati sul medesimo corso valutario.

Nel novembre 1447, János Hunyadi condusse una spedizione punitiva, finalizzata a sbalzare dal trono Vlad II. Quest'ultimo venne sbaragliato in una battaglia svoltasi in una località sconosciuta a sud di Târgoviște negli ultimi giorni di novembre. Mircea II di Valacchia, figlio primogenito ed erede di Dracul, dopo essere stato catturato nello scontro, fu accecato e sepolto vivo a Târgoviște. Dracul, che invece era riuscito ad allontanarsi dal campo di battaglia, fu braccato dagli avversari, che riuscirono ad eliminarlo nelle paludi di Balteni, presso Bucarest, mentre presumibilmente cercava di riparare in territorio turco.

Per impedire che la Valacchia cadesse in mani ungheresi, gli Ottomani liberarono il giovane Vlad III e lo rispedirono in patria. Fu così che negli ultimi giorni dell'ottobre 1448, appoggiato dalle truppe ottomane, Vlad passò il Danubio e sottrasse a Vladislav II il trono di Valacchia. Infatti in quel momento il principato era in preda al caos:gli Ungheresi, assieme ai propri alleati (fra cui figuravano i Valacchi) erano stati duramente sconfitti dai Turchi in una battaglia protrattasi per tre giorni, dal 17 al 19 ottobre 1448, presso la piana di Kosovopolje. Nei concitati frangenti successivi alla vittoria ottomana, il Cavaliere Bianco fu catturato dal despota serbo Giorgio Brankovic, che lo avrebbe liberato solo dopo il pagamento di un sostanzioso riscatto, mentre il voivoda Vladislav II cercava faticosamente di tornare in patria, al comando di schiere tremendamente assottigliate. Approfittando di questo vuoto di potere quindi, Vlad, sostenuto da un robusto contingente donatogli dal sultano, poté insediarsi sul trono, con una cerimonia svoltasi in una Târgoviște totalmente sguarnita

Poco si sa del primo regno di Dracula, forse anche a causa della sua estrema brevità. Sicuramente il giovane usurpatore cercò in tutti i modi di consolidare la sua pericolante posizione. Proprio per questo motivo, ossia la precarietà del suo potere, è improbabile che egli cercasse una immediata vendetta contro i boiardi che avevano rapito suo padre e suo fratello, con il rischio di aprire faide e contese.

Vlad III venne incoronato dal metropolita valacco nella chiesa di Curtea de Argeș, fatta erigere da suo padre. Molti boiardi fedeli a Vladaslav II erano fuggiti in Transilvania e si unirono al seguito di un nuovo anti-principe dei Dănești, Dan III di Valacchia. Vlad III tenne la sua corte (dvor in lingua slava e curte in lingua rumena) a Curtea de Argeș, come a Câmpulung e Târgoviște; l'erigenda di un suo palazzo stabile a Bucarest risale con buona probabilità al 1459.

Dracula, bisognoso di appoggi contro gli ottomani, allacciò relazioni stabili con i suoi vicini. Prestò giuramento di fedeltà alla corona ungherese, ormai nelle mani di Ladislao il Postumo, promettendo privilegi ai mercanti sassoni in Valacchia. Nel 1457, Vlad appoggiò le pretese al trono moldavo di Ștefan cel Mare che sconfisse e mise in fuga l'usurpatore Petru Aron. Vlad non era però ancora abbastanza forte per contrastare apertamente Maometto II così dovette inizialmente pagare il tributo stabilito dagli accordi presi da suo padre con Murad II, presentarsi annualmente alla Sublime Porta per il formale omaggio al sultano e, nel 1458, permise il transito delle forze turche che attaccarono gli ungheresi alla rocca di Turnu Severin, sul territorio rumeno (le forze di Hunyadi avevano occupato la rocca di Severin nel biennio 1419-1420).

A partire dal 1459, il bisogno di rafforzare la sua posizione mise Vlad in contrasto con i ricchi mercanti sassoni ai quali però andava in quel momento la simpatia del nuovo sovrano ungherese, Mattia Corvino, rappacificatosi con l'imperatore Federico III. Il voivoda sedava nel frattempo il malcontento dei suoi boiari con il pugno di ferro, ordinando il massacro della "Pasqua di Sangue a Târgoviște.

Già nel 1457 l'esule Dan III si era fatto nominare voivoda nella cattedrale ortodossa di Brașov, usurpando formalmente il titolo di Dracula e prendendo corte in un accampamento sulla collina di Timpa, presso la città. L'imminente conflitto venne temporaneamente evitato dalla mediazione di Szilágyi, governatore ungherese della Transilvania (1458) ma si riaccese nel 1459: Dan fu costretto alla fuga, mentre Vlad, dopo aver devastato i sobborghi di Brașov, impalava diversi seguaci dell'avversario sulla collina di Timpa. Nel 1460 Dan conquistò le fortezze di Brașov e Făgăraș, ma venne sconfitto sul campo di Rucăr da Vlad ed eliminato. Dracula si diede poi al massacro dei seguaci di Dan a Brașov e Făgăraș, curando però di non toccare i mercanti sassoni e negoziando un accordo anti-turco con Mattia Corvino. Bisognoso di uno stabile confine meridionale mentre negoziava un'alleanza antiasburgica con Giorgio di Poděbrady, sovrano del Regno di Boemia, Mattia accettò le profferte di Vlad e gli promise in sposa una fanciulla della sua famiglia: la cugina Ilona Szilágyi.

Tuttavia, in dicembre], dopo circa due mesi di regno da parte del giovane Dracula, Vladislav II si riprese il trono.Costretto alla fuga, Vlad si rifugiò in Moldavia presso la corte di Alexăndrel II, nipote della sua matrigna. Pochi mesi dopo, Alexăndrel II venne spodestato da Bogdan II che si dimostrò comunque ospitale nei confronti del giovane Vlad. Esule alla corte dei Mușatini, il giovane Drăculești venne rieducato al Cristianesimo e strinse un forte legame con l'erede di Bogdan, Ștefan cel Mare. Nel 1451 Bogdan venne ucciso da uno zio, Petru III Aron: Ștefan si rifugiò presso Hunyadi, già alleato di suo padre, mentre Vlad ripiegò in Transilvania. Dopo un breve ritorno in Moldavia, concomitante con la riconquista del trono da parte di Alexăndrel II, Vlad si recò in Ungheria.

Impressionato dalla vasta conoscenza di Vlad dell'impero ottomano così come del suo odio per il nuovo sultano Maometto II, Hunyadi si riconciliò con lui e lo nominò suo consigliere. Presso il "Cavaliere Bianco" d'Ungheria, a quel tempo reggente per conto del giovane sovrano ungherese, Ladislao il Postumo, prigioniero dell'imperatore Federico III d'Asburgo, Vlad imparò l'arte della guerra e della guerriglia, compiendo incursioni in territorio turco e combattendo sul campo potentati cristiani in guerra con il potente regno ungherese. Alla corte di Buda, Vlad e l'amico Ștefan ebbero inoltre modo di conoscere il futuro sovrano d'Ungheria, Mattia Corvino, figlio di Hunyadi. Con la caduta di Costantinopoli nelle mani di Maometto II avvenuta nel 1453, l'influenza ottomana iniziò a diffondersi attraverso i Carpazi, minacciando l'Europa continentale e nel 1481 gli ottomani riuscirono a conquistare l'intera penisola balcanica.

Nel 1454 i turchi erano tornati all'attacco dell'Ungheria ma nella Battaglia di Szendro vennero sconfitti da Hunyadi. Vlad combatté in quell'occasione al fianco degli ungheresi ed ottenne in premio dal Cavaliere Bianco la restituzione alla corona valacca delle cittadelle di Almaș e Făgăraș, sulle falde dei Carpazi meridionali, tra la nativa Sighișoara e l'importante centro commerciale sassone di Brașov (l'allora Kronstadt). Nell'estate del 1456, con la battaglia di Belgrado, Hunyadi fermò l'avanzata degli ottomani ma morì poco dopo per colpa della peste diffusasi nel suo accampamento. Mentre Maometto II era concentrato sull'Ungheria, Vlad fece ritorno in Valacchia, riconquistò la sua terra natia ed uccise Vladislav II in combattimento.

Vlad trovò la Valacchia in uno stato miserabile: la costante guerra aveva portato una criminalità dilagante, un calo della produzione agricola e la scomparsa virtuale del commercio. Vlad fu costretto ad usare metodi molto severi per ristabilire l'ordine e la prosperità. Egli aveva tre obiettivi per la Valacchia: rafforzare l'economia del paese, la sua difesa e il suo potere politico. Intraprese misure per aiutare il benessere dei contadini con la costruzione di nuovi villaggi ed incrementando la produzione agricola. Egli capì l'importanza del commercio per lo sviluppo della Valacchia: aiutò quindi i mercanti valacchi, limitando il commercio estero mercante di tre città mercato: Târgșor, Câmpulung e Târgoviște.

Vlad considerava i boiardi la causa principale del costante conflitto e coresponsabili della morte del padre e del fratello. Vlad nominò come suoi consiglieri persone straniere fidate invece che i boiardi. L'esercito venne rafforzato: Vlad possedeva una piccola guardia personale, composta in prevalenza di mercenari, che venivano premiati con bottini e promozioni; inoltre istituì una milizia formata da contadini chiamati a combattere ogni volta che scoppiava una guerra. Vlad Dracula costruì una chiesa a Târgșor (presumibilmente in memoria di suo padre e di suo fratello maggiore che sono stati uccisi nelle vicinanze) e contribuì con il proprio patrimonio personale all'espletamento dei lavori per il Monastero di Snagov.

Dal momento che la nobiltà valacca si alleò con i sassoni di Transilvania, Vlad si mosse contro di loro eliminando i loro privilegi commerciali e razziando i loro castelli. Nel 1459 Vlad fece impalare diversi coloni sassoni di Brașov.

Nel 1459, nel corso del Concilio di Mantova, Papa Pio II organizzò una nuova crociata contro gli Ottomani. In questa crociata, il ruolo principale doveva essere intrapreso da Mattia Corvino, figlio di János Hunyadi, il Re d'Ungheria. A tal fine, Mattia Corvino ricevette dal Papa 40.000 monete d'oro, un importo che venne considerato sufficiente per assoldare un esercito di 12.000 uomini e per l'acquisto di 10 navi da guerra. In questo contesto, Vlad si alleò con Mattia Corvino, con la speranza di tenere gli Ottomani fuori dal paese (la Valacchia era infatti rivendicata come parte dell'Impero Ottomano dal sultano Maometto II).

 

In quello stesso anno, il 1459, il sultano ottomano Maometto II inviò a Vlad dei messaggeri per sollecitarlo a pagare il tributo[34] di 10.000 ducati e 500 reclute per forze ottomane. Vlad rifiutò, perché pagare il "tributo" avrebbe significato accettare pubblicamente che la Valacchia facesse parte dell'Impero Ottomano. In questa occasione Vlad fece uccidere i messaggeri turchi, usando come pretesto il fatto che questi ultimi, di fede musulmana, non si tolsero il turbante nell'omaggiarlo: la punizione di Dracula a questa mancanza di rispetto fu inchiodare alla testa degli ambasciatori i rispettivi turbanti.

Nel frattempo il sultano, ricevuti rapporti dei suoi servizi segreti che rivelavano il dominio di Vlad sul Danubio, inviò il Bey di Nicopoli, Hamza Pasha, per trattare la pace e se fosse stato necessario, per eliminare Vlad III. Per scongiurare questa possibilità Vlad Țepeș pianificò un agguato ai danni di Hamza Pasha: il Bey di Nicopoli, forte di un esercito di 1.000 cavalieri, venne attaccato in uno stretto passaggio a nord di Giurgiu. In breve tempo i valacchi circondarono e sconfissero i turchi che furono impalati, Hamza Pasha compreso: quest'ultimo venne impalato più in alto degli altri a dimostrazione del suo alto rango.


                             
 

Nell'inverno del 1462, Vlad attraversò il Danubio e devastò l'intero territorio bulgaro nella zona tra la Serbia e il Mar Nero. Travestendosi da Spahi ed utilizzando la sua fluente lingua turca, che aveva imparato quando era ostaggio, Vlad riuscì ad infiltrarsi e a distruggere i campi ottomani. In una lettera a Corvino datata 2 febbraio scrisse:

« Ho ucciso contadini, donne, vecchi e giovani che vivevano a Oblucitza e Novoselo, dove il Danubio sfocia nel mare, fino a Rahova, che si trova vicino a Chilia, dal basso Danubio fino a luoghi come Samovit e Ghighen. Abbiamo ucciso 23.884 turchi senza contare quelli che sono stati bruciati vivi nelle loro case o quelli le cui teste sono state tagliate dai nostri ufficiali… Così, vostra altezza, deve essere noto che io ho rotto la pace con lui (Sultano Maometto II). »

In risposta a questi avvenimenti il sultano Maometto II sollevò un esercito di circa 80.000 uomini e 30.000 irregolari e nella primavera dello stesso anno si diresse verso la Valacchia. Avendo a disposizione forze molto inferiori rispetto ai turchi, 30.000 o 40.000 uomini a seconda delle fonti, Vlad non fu in grado di impedire agli Ottomani di attraversare il Danubio il 4 giugno 1462 e di entrare in Valacchia. Vlad, pur sconfitto, continuò ad organizzare piccoli attacchi ed imboscate contro l'esercito ottomano, come il famoso Attacco Notturno dove 15.000 soldati turchi vennero uccisiQuesto fece infuriare Maometto II, il quale attraversò il Danubio per comandare personalmente il proprio esercito. Questa mossa comunque non fu risolutrice e fatta eccezione per alcuni riferimenti di parte turca, tutte le altre cronache dell'epoca riportano la sconfitta subita dal sultano nel 1462. A quanto pare, i turchi si ritirarono talmente in fretta che l'11 luglio 1462 il sultano si trovava già ad Adrianopoli. La vittoria di Vlad l'Impalatore venne celebrata dalle città sassoni della Transilvania, dagli stati italiani e dal Papa.

Un inviato veneziano, dopo aver saputo la notizia alla corte di Corvino il 4 marzo, espresse grande gioia e disse che l'intero cristianesimo dovrebbe celebrare la vittoria di Vlad Țepeș. Anche i genovesi di Caffa ringraziarono Vlad per la sua campagna che li aveva salvati da un attacco di circa 300 navi che il sultano stava pianificando contro di loro. Secondo lo storico bizantino Laonikos Chalkokondyles, Radu, fratello di Vlad III, venne mandato a Târgoviște con l'incarico di organizzare una resistenza in grado di spodestare il fratello con la promessa di una futura investitura quale nuovo regnante al servizio del sultano.

Dopo l'improvvisa morte di Radu avvenuta nel 1475, Vlad III dichiarò l'inizio del suo terzo regno il 26 novembre 1476. Vlad iniziò i preparativi per la riconquista della Valacchia nel 1476 con il supporto ungherese.

Il terzo regno di Vlad era stato istituito da poco più di due mesi quando egli venne ucciso in una battaglia contro i turchi. La data esatta della sua morte è sconosciuta, ma essendo provato che egli morì prima del 10 gennaio 1477, tale data è compresa tra l'ottobre e il dicembre 1476. L'ubicazione esatta della sua salma è sconosciuta, ma sembra si tratti di un luogo lungo la strada tra Bucarest e Giurgiu, anche le circostanze esatte della sua morte sono avvolte nel mistero. Secondo alcuni studiosi, infatti, venne ucciso per sbaglio perché scambiato per un turco, secondo altri ucciso dagli ottomani durante una battaglia e la sua testa tagliata ed inviata insieme alla sua spada a Costantinopoli come un macabro trofeo di guerra, invece secondo altri da un morso di un pipistrello.

Altra ipotesi, priva però di prove, sostiene, invece, che Vlad Țepeș avrebbe, sì, combattuto, ma poi sarebbe stato fatto prigioniero a Costantinopoli, riscattato poi dalla figlia, al sicuro in Italia, e infine sepolto nella chiesa di Santa Maria la Nova presso Napoli.

Lo strumento di tortura preferito da Vlad III fu l'impalamento. I metodi d'impalamento erano sostanzialmente due:

  • Il primo consisteva nell'uso di un'asta appuntita che trafiggeva il condannato all'altezza dell'addome per poi issarlo in alto. La morte poteva essere immediata o sopraggiungere dopo ore di agonia.
  • Il secondo metodo d'impalamento consisteva nell'utilizzo di un'asta arrotondata all'estremità che, cosparsa di grasso, veniva inserita nel retto della vittima. Il condannato veniva poi issato e tenuto infilzato affinché il suo stesso peso facendo scivolare l'asta in profondità ne cagionasse la morte dopo giorni di agonia.

Dracula apprese questa forma di supplizio dai turchi, adattandola poi alle sue più specifiche richieste: creò metodi diversi per impalare i ladri, i guerrieri nemici, gli ambasciatori del Sultano, i traditori ecc.

  • I ricchi venivano impalati stendendoli più in alto degli altri o facendo ricoprire l'asta d'argento.
  • Per i mercanti fece incidere delle tacche sull'asta, al fine di aumentare il tempo dell'agonia.
  • Nella città di Sibiu, nel 1460 Vlad Țepeș fece impalare 10.000 persone, e cosparse alcuni corpi con miele per attirare ogni tipo di insetto.
  • Le donne macchiatesi di tradimento nei confronti del marito venivano impalate davanti alla loro casa.
  • Nel 1459, durante il giorno di san Bartolomeo, a Brașov, Dracula fece invitare a palazzo alcuni mercanti che avevano mostrato odio e disprezzo nei confronti della sua persona. Decise di farli saziare di cibo e, quindi, fece sventrare il primo e obbligò il secondo a mangiare ciò che il collega, ormai senza vita, aveva nello stomaco. L'ultimo mercante venne fatto bollire e la sua carne fu data in pasto ai cani.
  • Nel 1461 due ambasciatori del Sultano turco Mehmed arrivarono nel palazzo per trattare una pace tra il voivoda e il sultano Mehmed: quando i legati di Istanbul si prostrarono ai piedi di Vlad III chinarono la testa in segno di rispetto, ma non si vollero togliere il turbante perché rappresentava il simbolo della loro religione. Quel gesto fu loro fatale: Dracula, irritato da questa presunta mancanza di rispetto, ordinò di inchiodare il turbante alla testa degli ambasciatori.
  • Lo stesso Dracula amava assistere all'agonia dei suppliziati, tanto da prendere l'abitudine di banchettare in mezzo alle forche su cui erano gli impalati: ciò fa ipotizzare che egli fosse un sadico.

 

 

Nosferatu il vampiro (Nosferatu, eine Symphonie des Grauens) è un film muto diretto da Friedrich Wilhelm Murnau e proiettato per la prima volta il 5 marzo 1922.

Considerato il capolavoro del regista tedesco e uno dei capisaldi del cinema horror e espressionista, Nosferatu il vampiro è ispirato liberamente al romanzo Dracula (1897) di Bram Stoker. Murnau dovette modificare il titolo, i nomi dei personaggi (il Conte Draculadiventa il Conte Orlok, interpretato da Max Schreck) e i luoghi (da Londra a Wisborg) per problemi legati ai diritti legali dell'opera. Il regista fu comunque denunciato dagli eredi di Stoker; perse la causa per violazione del diritto d'autore e venne condannato a distruggere tutte le copie della pellicola, tuttavia una copia "clandestina" fu salvata dallo stesso Murnau, e il film è potuto sopravvivere ed arrivare ai giorni nostri.