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Alessandro il Grande

 

 

 

 

Alessandro il Grande

 

 

Alessandro Magno,più di ogni personaggio storico,e' sicuramente quello più affine ad essere considerato una DIVINITA'.

 

Le Religioni moderne,che sprecano la loro idolatria in mistifacazioni false e surreali,simili a fiabe per bambini,corrodono le menti dei popolani e deviano i loro pensieri in falsificazioni costanti.

 

Gli Uomini,che hanno come esempio le divinita' terrene,gli DEI TERRENI,come furono l'Alessandro e le sue milizie,sventrano le loro adorazioni in viscide attenzioni ULTRATERRENE E FALSE.
 
Coloro che nacquero come dei predestinati e coronati di quell'aurea divina,tangibile,toccabile.........vengono rilegati all'artefatto di personaggi inarrivabili  e coronati di imprese mai ripetibili.
 
Colui che era rappresentazione della bellezza,dell'eleganza bellica,figlio divino dell'aurora e del nuovo giorno......viene segregato negli insegnamenti di coloro che disdegnano tali opere.
 
Alessandro il GRANDE era rappresentazione concreta dello spirito indomabile in petto,dell'eterno ardire,dell'incotrollabile furore tra gli uomini.
 
L'essere supremo in eleganza e stile,furente e micidiale con coloro che contrastavano il suo sogno (basti pensare alle epurazioni nei confronti dei dissidenti della sua opera).
 
Amante di ogni popolo,vestale di ogni terra,fu garante in armi e amori di ogni nazione (mai nessuno,indegno paragonato a lui,ebbe tale apertura visiva e diplomatica).
 
Terrorizzante in campo di battaglia e il miglior amante nei letti delle signore di Babilonia.
 
 
La nascita di Alessandro, come quella di altri personaggi storici che hanno lasciato una forte impronta nella memoria dell’umanità, si diceva fosse stata accompagnata da segni inconsueti. Plutarco, letterato e filosofo greco del I sec. d.C. , nella “Vita di Alessandro” (dall’opera “Vite parallele”), racconta che molti segni divini accompagnarono la nascita di Alessandro. Sia il padre che la madre di Alessandro fecero un sogno: Filippo sognò di imprimere sul ventre della moglie un sigillo che rappresentava un leone, Olimpiade invece, vide un fulmine colpirle il ventre e da quello scaturire fiamme. Entrambe le visioni vennero interpretate dall’indovino di corte Aristando di Telmesso come segni premonitori del carattere coraggioso e intrepido del futuro sovrano macedone.

 

Il principe macedone venne educato dal più grande filosofo del suo tempo, Aristotele che gli insegnò le scienze morali e politiche, i segreti della filosofia e la passione per la medicina.

 

 

 

 

 

Plutarco scrive:

Ci è possibile conoscere le fattezze del corpo di Alessandro specialmente dalle statue di Lisippo: solo da questo artista egli volle farsi scolpire nel marmo. Molti artisti posteriori e molti amici di Lisippo cercarono di imitare la linea del suo collo lievemente inclinato a sinistra e l’acutezza dello sguardo così felicemente colte da quell’artefice. Apelle, il pittore, volle dipingere Alessandro Magno con il fulmine in mano: ma non ne ritrasse bene il colore della pelle che rese troppo scuro e di tinta troppo carica. Alessandro invece, a quanto si dice, era bianco di carnagione, e la bianchezza della sua pelle si colorava di rosso solo sul petto e sul volto. Dai commentari di Aristosseno sappiamo che dalla pelle del suo corpo si spandeva un gradevole odore, e così pure la sua bocca e tutta la sua carne emanava un profumo piacevole di cui rimanevano impregnate le sue vesti. […] Molti, com’è naturale, erano addetti all’educazione e al servizio di Alessandro: camerieri, istitutori e maestri. […] Anch’io penso che Aristotele più di ogni altro ispirasse ad Alessandro l’amore allo studio della medicina: e Alessandro non solo ne amava la teoria generale ma la praticava curando gli amici malati e prescrivendo medicinali e diete […]. Leggeva e studiava con gran passione; chiamava l’Iliade, e così la riteneva, una guida alla virtù militare e […] l’aveva sempre sotto il cuscino accanto a un pugnale.

 

Plutarco, Vita di Alessandro

 

 

 

Cresciuto che fu, non assomigliava per nulla a Filippo, ma nemmeno alla madre, Olimpia […]: aveva piuttosto delle fattezze proprie, tutte sue: aspetto d’uomo, una chioma di leone, gli occhi di diverso colore, il destro nero e il sinistro azzurro, e i denti aguzzi, come quelli di un serpente. E anche le sue movenze erano quelle di un leone. […] Studiava tutte le discipline, e anche l’astronomia; ma quando era libero dalle lezioni, era Alessandro a istruire a sua volta i compagni: li disponeva come per una battaglia e poi dava inizio al combattimento e quando vedeva che una delle parti era in difficoltà, subito correva là a portare aiuto e come arrivava lui quella parte di nuovo vinceva sull’altro schieramento: cosicché era chiaro che Alessandro era la vittoria. Così dunque cresceva Alessandro.

Romanzo di Alessandro

 

 

 

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