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Il superuomo esalta il valore della terra e si collega ad essa

 

 

 

Il superuomo esalta il valore della terra e si collega ad essa

 

 

L’uomo che tramonta è l’uomo che sta diventando superuomo. Tramontare significa passare da una condizione all’altra. Quando l’uomo finisce si aprono nuove possibilità.

L’uomo in transizione è un ponte che collega verso uno scopo che non è l’uomo stesso...... ma il superuomo. L’uomo ha il compito di trasformare se stesso.

« La grandezza dell’uomo è di essere un ponte e non uno scopo: nell’uomo si può amare che egli sia una transizione e un tramonto. Io amo coloro che non sanno vivere se non tramontando, poiché essi sono una transizione» (Prologo di Zarathustra, 4).

 

Il superuomo esalta il valore della terra e si collega ad essa

« Rimanetemi fedeli alla terra, fratelli, con la potenza della vostra virtù! Il vostro amore che dona e la vostra conoscenza servano il senso della terra. Così vi prego e vi scongiuro. Fate che essa non voli via dalle cose terrene e vada a sbattere con le ali contro muri eterni!» (Della virtù che dona, 2). 

O disprezzatori del corpo,provate rabbia contro la vita e la terra???. Un'inconsapevole invidia è nel torvo sguardo del vostro disprezzo.

Come mi sono sgradevoli quelle persone che in ogni inclinazione naturale vedono subito una malattia, qualcosa di deturpante, vergognoso. Loro ci hanno indotto a credere che le inclinazioni e gli istinti dell'uomo siano malvagi; loro sono la causa della nostra grande ingiustizia verso la nostra natura, verso tutta la natura. 

Ci sono abbastanza persone che potrebbero abbandonarsi con grazia e spensieratezza ai propri impulsi, ma non lo fanno per paura di quell'immaginario carattere maligno della natura. Ecco perché c'è così poca nobiltà tra gli uomini: un suo carattere distintivo sarà sempre non avere paura del proprio io, non aspettarsi da lui nulla di vergognoso, volare senza esitazioni, dove ci porta il vento, noi, uccelli nati liberi. Dovunque arriveremo, intorno a noi, ci saranno sempre spazi aperti” (Così parlo Zarathustra, Proemio, 3; Parte I, “Dei disprezzatori del corpo”; La gaia scienza, IV, 294).

Peccato, come viene sentito oggi ovunque domini o abbia dominato il cristianesimo, è un sentimento giudaico, un’invenzione giudaica, e sotto tale riguardo questa seconda base della morale cristiana ha tentato di giudaizzare tutto il mondo. Fino a che punto vi sia riuscita in Europa, si vede con grandissima esattezza considerando quanto l’antichità greca - un mondo privo del senso del peccato - sia ancor lontana dal nostro sentire, nonostante tutta la buona volontà di intere generazioni e di uomini di vagli a per ottenere un avvicinamento e un’assimilazione. “Dio é misericordioso soltanto con colui che si pente”. Una tale frase avrebbe mosso il riso e il dispetto di un greco; egli direbbe: “Questo è un sentire da schiavo”.

Io non sono un uomo, sono una dinamite [...] Io contraddico come mai è stato contraddetto, e malgrado ciò sono l’antitesi di uno spirito negatore [...] Con tutto ciò sono necessariamente pure un uomo del destino. E infatti, se la verità entra in lotta con la menzogna di millenni, avremo tali scuotimenti, tali convulsioni di terremoto che mai erano state neppure sognate.

 

Non cacciate più la testa nella sabbia delle cose celesti, ma portatela liberamente: una testa terrestre, che crea, essa, il senso della terra