I Fasci Italiani di combattimento
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- Categoria: Storia della razza Italica - History of the Italic race
- Pubblicato Mercoledì, 09 Marzo 2016 12:36
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I Fasci Italiani di combattimento
Il Fascio d'azione rivoluzionaria interventista fu un movimento nato l'11 dicembre 1914 a Milano patrocinato da Benito Mussolini e Alceste De Ambris, legato al mondo degli interventisti rivoluzionari e ispirato al manifesto programmatico denominato Fascio rivoluzionario d'azione internazionalista datato 5 ottobre 1914.
Il regista, il trascinatore,fu naturalmente Benito Mussolini. Il 1º gennaio 1915 Mussolini pubblicò il manifesto sul suo nuovo quotidiano Il Popolo d'Italia.
Il Movimento esaurì la propria azione con l'intervento dell'Italia nella prima guerra mondiale nel maggio 1915.
l mito del protofascismo non era la guerra , ma, nel miglior solco della tradizione rivoluzionaria, il trampolino di lancio per un sovvertimento sociale suscitato dalle masse in armi. Non a caso Lenin, che di rivolgimenti era maestro, si lamenterà pochi anni dopo con il PSI perché si era lasciato sfuggire l'unico uomo capace di fare la rivoluzione in Italia,Benito Mussolini.
Nel 1919 è nasce un altro movimento, destinato a segnare indelebilmente la storia italiana, il fascismo..Inizialmente tale movimento prende il nome di Fasci Italiani di combattimento e ha carattere elitario, non di massa. Alla sua fondazione, il 23 marzo 1919, a Milano in Piazza San Sepolcro, sono presenti principalmente nazionalisti, reduci della Grande Guerra, ex sindacalisti rivoluzionari, repubblicani, dannunziani e alcuni futuristi marinettiani.I primi appartenenti dei fasci si chiamano "Sansepolcristi" dal nome della piazza dove il movimento e' nato.
Il giorno 23 marzo, domenica, si tiene la storica adunata. Essa ha luogo nel salone concesso dalla Presidenza del Circolo degli Interessi industriali e Commerciali al primo piano del N. 9 di Piazza S. Sepolcro. La riunione ha luogo alle ore 10 antimeridiane.
"Noi ci mettiamo sul terreno della nazione, che contiene la classe di tutte le classi, mentre la classe non contiene affatto la Nazione", dirà Mussolini con abile gioco di parole alla vigilia della fondazione dei Fasci di Combattimento.
"Sarà creato l'antipartito. Sorgeranno cioè i Fasci di Combattimento, che faranno fronte contro due pericoli: quello misoneista di destra e quello distruttivo di sinistra."
"La nazione italiana è come una grande famiglia. Le casse sono vuote. Chi deve riempirle? Noi, forse? Noi che non possediamo case, automobili, banche, miniere, terre, fabbriche, banconote? Chi può, 'deve' pagare. Chi può deve sborsare... È l'ora dei sacrifici per tutti. Chi non ha dato il sangue, dia il denaro".
L'adunata del 23 marzo dichiara di opporsi all'imperialismo degli altri popoli a danno dell'Italia e all'eventuale imperialismo italiano a danno di altri popoli; accetta il postulato supremo della Società delle Nazioni che presuppone l'integrazione di ognuna di esse, integrazione che per quanto riguarda l'Italia deve realizzarsi sulle Alpi e sull'Adriatico con la rivendicazione e annessione di Fiume e della Dalmazia.
"Abbiamo quaranta milioni di abitanti su una superficie di 287 mila chilometri quadrati separati dagli Appennini che riducono ancora di più la disponibilità del nostro territorio lavorativo: saremo fra dieci o venti anni sessanta milioni ed abbiamo appena un milione e mezzo di chilometri quadrati di colonia, in gran parte sabbiosi, verso i quali certamente non potremo mai dirigere il più della nostra popolazione. Me se ci guardiamo attorno vediamo l'Inghilterra che con quarantasette milioni di abitanti ha un impero coloniale di 55 milioni di chilometri quadrati e la Francia che con una popolazione di trentotto milioni di abitanti ha un impero coloniale di 15 milioni di chilometri quadrati. E vi potrei dimostrare con le cifre alla mano che tutte le nazioni del mondo, non esclusi il Portogallo, l'Olanda e il Belgio, hanno tutte quante un impero coloniale al quale tengono e che non sono affatto disposte a mollare in base a tutte le ideologie che possono venire da oltre oceano. "
Ma se il movimento non era ancora ben definito, i metodi di lotta erano chiari. Arditi e nazionalisti portarono al nascente fascismo più che un contributo di tipo ideologico quello della lotta di piazza.
In singolare sintonia con Einaudi, anche Mussolini ricorderà a posteriori, nel 1939, la tensione spirituale che lo aveva condotto alla fondazione dei Fasci:
"Milano era ormai una piattaforma senza personaggi.Cercai il polso della folla e capii come, nel disorientamento generale, il mio pubblico ci fosse .....La mia strada trovò da sola la giusta direzione".
IL MANIFESTO DEI FASCI DI COMBATTIMENTO
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