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Storia della razza Italica - Antica mitologia Romana (Giunone)

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Storia della razza Italica - Antica mitologia Romana (Giunone)

 

 

Giunone è una divinità della mitologia romana, legata al ciclo lunare dei primitivi popoli italici. Era l'antica divinità del matrimonio e del parto, spesso rappresentata nell’atto di allattare, la quale assunse, in seguito, le funzioni di protettrice dello Stato: dagli antichi Romani, infatti, fu gradualmente sovrapposta ad Era della mitologia greca, divenendo la moglie di Giove, quindi la più importante divinità femminile. Era anche la protettrice degli animali, in particolare era a lei sacro il pavone. In suo onore erano stati eretti templi, nei quali veniva venerata come Moneta ("colei che ammonisce"), ed in questo ruolo si sarebbe distinta salvando i romani durante l'assalto portato dai Galli. Dea latina rappresentante la condizione umana della donna, specialmente nella dignità sociale di moglie . Come tale proteggeva i matrimoni (donde era detta Pronuba) e il buon esito dei parti (donde l'epiteto di Lucina). Le era sacra la capra. Era venerata principalmente a Lanuvio, come divinità poliade con il titolo di Sospita (Ausiliatrice) Madre Regina; dopo la conquista della città da parte dei Romani il suo culto passò a Roma, ma rimase l'obbligo ai consoli romani di celebrare un sacrificio annuo nell'antica sede della dea. Nel culto pubblico romano Giunone rappresentava la “metà” femminile dello Stato ed era perciò accoppiata a Giove, come una sposa ideale. In effetti la “metà” femminile che interessava lo Stato era quella qualificata dal matrimonio: le donne adulte e sposate. Senza avere un sacerdozio proprio, Giunone era ufficialmente servita dalla “regina”, ossia la moglie del “re sacrale”, e dalla flaminica, la moglie del flamen Dialis, il sacerdote pubblico di Giove. La sua relazione cultuale con Giove era espressa anche dal calendario fondato su un arcaico computo delle lunazioni: a Giunone erano sacri i noviluni (calende), mentre a Giove erano sacri i pleniluni (idi). Il mese di giugno (Iunius) prendeva nome da lei. 

Era unantica divinità latina e romana, il cui culto è antichissimo e diffuso fra le genti di stirpe italica come i Sabini, gli Umbri, gli Osci e presso gli Etruschi.
Fatta compagna e sposa di Giove, potè facilmente essere considerata sotto l'aspetto di dea dell'atmosfera e della pioggia. Come tale le erano sacri la cornacchia, la capra, il cane. Nel Lazio assai presto era identificata con l'astro lunare, onde gli epiteti di Lucina o diLucetia coi quali era invocata. Dalle antiche testimonianze risulta che l'antica Iuno-Lucina era considerata come inseparabile compagna di Giove.

Identificata, come sposa del dio del cielo, con la dea del cielo notturno, la Luna, Giunone entrò per questa via in relazione col calendario e con la vita e la natura femminile. Per questa natura lunare di Giunone, la sua attività si estese a quei fatti che erano connessi con la luna, come il calendario che era regolato dalle fasi della luna, e fu sacro a Giunone il giorno delle Kalendae, primo giorno per tutti i mesi dell'anno. Come divinità delle calende Giunone ebbe l'epiteto di Kalendaris.
Quale sposa di Giove, Giunone madre e matrona per eccellenza aveva in sua cura tutte le manifestazioni proprie della fisiologia femminile e la propagazione della specie, stringeva i matrimoni, proteggeva la fecondità muliebre, la invocavano le donne nelle difficili contingenze del parto col nome di Giunone Lucina, epiteto interpretato come la dea che porta alla luce il bambino.Da queste molteplici funzioni deriva il notevole numero di epiteti di Giunone. Come tutrice del matrimonio e della castità muliebre le era dedicata la festa delle Matronalia, il giorno delle calende di marzo (il 1° marzo).