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Storia della razza Italica - L'Italia e gli Etruschi

L'Italia e gli Etruschi

All’inizio dell’età storica, cioè nel VIII-VII sec. a.C., quando in Italia appare l’alfabeto, portato dai colonizzatori greci, nella nostra penisola sono già presenti tutte quelle popolazioni, più o meno culturalmente differenziate, che più tardi saranno in lotta contro la nascente potenza di Roma.
Esse si possono distinguere in due grandi gruppi in base alla lingua parlata e al modo di seppellire i morti: ad oriente sono presenti popolazioni di lingua indoeuropea che praticano l’inumazione; ad occidente genti di lingua non indoeuropea praticanti la cremazione. L’inumazione è il rito funerario che prevede la sepoltura sotto terra del morto; la cremazione è l’usanza di bruciare il cadavere e conservarne le ceneri.
Per indoeuropeo si intende un gruppo di lingue europee ed asiatiche derivate da un ceppo comune, differenziatesi in seguito col progredire dei tempi.Le lingue indoeuropee in Italia si distinguono in tre gruppi: 
il latino a cui si collega il siculo e gli idiomi dell’Italia sud-occidentale; l’umbro-sabellico e le lingue adriatiche ( messapico e veneto )
Relativamente agli Etruschi, essi si collocano geograficamente tra l’Arno, a nord, ed il Tevere, a sud,con una suddivisione interna tra Etruria centro-settentrionale ed Etruria meridionale segnata dal corso di due fiumi : il Fiora, che passa a Vulci ed il Paglia, che bagna Orvieto.

 

 

In Tuscorum iure paene omnis Italia fuerat: quasi tutta l'Italia era stata sotto il dominio degli Etruschi, dice Catone (Servio, ad Aen., XI, 567); e Livio (I, 2; V, 33) insiste sulla potenza, sulla ricchezza, sulla fama degli Etruschi in terra e in mare dalle Alpi allo stretto di Messina. I dati archeologi ci ed epigrafici e le notizie di altre fonti storiche confermano il valore di queste tradizioni, pur limitandone la genericità e consentendo di chiarire con sufficiente approssimazione quali territori italiani furono propriamente abitati e quali sottomessi dagli Etruschi o in qualche modo da loro influenzati politicamente, economicamente o culturalmente.

Consideriamo anzitutto quella che siamo soliti denominare Etruria propria, compresa tra il Mare Tirreno, il corso del Tevere e il bacino dell' Amo, cioè l'Etruria storica costituente la Regione VII dell'Italia augustea. Ad essa appartengono le dodici città (dodecapolis) che secondo il canone tradizionale formavano la nazione etrusca. La tradizione antica ha accreditato presso gli storici moderni l'idea che questo territorio fosse la sede originaria della stirpe, dalla quale sarebbero partite le imprese marittime e le conquiste terrestri (verso il Lazio e la Campania e verso le zone transappenniniche).

 

Mentre l’arte greca era un’arte tendente al bello, che vedeva l’uomo rapportarsi ad ogni aspetto dell’esistenza, pienamente consapevole ed artefice delle sue vicende storiche, filosofiche, morali, intellettuali e religiose,quella etrusca era un’arte d’espressione popolare, ben radicata nel quotidiano ma costantemente pervasa da una visione del tutto fatalistica ed antistorica della vita, profondamente segnata com’era da un’ossessiva paura della morte.La cultura etrusca condizionò sensibilmente quella romana fino dal I sec. a.C.; a sua volta fu particolarmente sensibile verso i modelli formali e la forte influenza culturale del mondo greco e delle sue colonie della Magna Grecia. Nonostante tali influenze, l’anticlassica espressività degli Etruschi, soprattutto prima del V secolo, elaborò dei modelli formali del tutto originali, sebbene piuttosto eterogenei.

 

Tali eterogeneità stilistiche, furono determinate dall’esigenza di operare una sintesi il più possibile unitaria dei diversi canoni espressivi delle diverse popolazioni arcaiche sparse nel territorio italico, ma anche dall’incapacità degli Etruschi di proporre un’estetica ed un sistema concettuale talmente coerenti, da potersi confrontare alla pari con i modelli greci.