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Convivio - Dante Alighieri

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Convivio - Dante Alighieri

 

Il Convivio è un saggio dottrinario composto da Dante Alighieri nei primi anni dell'esilio, ovvero tra il 1304 e il 1307.

Il termine 'convivio' deriva dal latino convivium e può essere tradotto come banchettosimposio.

L'opera nasce dagli studi filosofici cui Dante si era dedicato negli anni successivi alla morte di Beatrice, come egli stesso precisa nel Trattato introduttivo (in cui, tra l'altro, reinterpreta in chiave allegorica la donna gentile di cui aveva parlato nella Vita nuova, dichiarando che essa altro non era che allegoria della filosofia).

 

 

 

Rispetto agli altri trattati medievali c’è nel Convivio di Dante una cultura più libera e ragionata, un entusiasmo intellettuale più intenso, un impegno morale più severo e soprattutto un’incomparabile superiorità stilistica

Ricollegandosi all’episodio narrato in Vita Nuova  Dante racconta come dopo tre anni dalla morte di Beatrice si fosse innamorato di una “donna gentile”. Diviso tra la memoria di Beatrice e la nuova passione per questa donna.

Il "convivio" è appunto quel banchetto dove, per apprezzare le raffinate vivande offerte dal poeta (e cioè, le canzoni "filosofiche" che egli inserisce in ogni capitolo) al lettore occorrerà del "pane", ovvero le parti prosastiche a commento dei testi poetici

 

Amor che ne la mente mi ragiona

de la mia donna disiosamente,

move cose di lei meco sovente,

che lo ’ntelletto sovr’esse disvia.

Lo suo parlar sì dolcemente sona,

che l’anima ch’ascolta e che lo sente

dice: "Oh me lassa! ch’io non son possente

di dir quel ch’odo de la donna mia!"

E certo e’ mi conven lasciare in pria,

s’io vo’ trattar di quel ch’odo di lei,

ciò che lo mio intelletto non comprende;

e di quel che s’intende

gran parte, perché dirlo non savrei.

di ciò si biasmi il debole intelletto

e ’l parlar nostro, che non ha valore

di ritrar tutto ciò che dice Amore.

 

 

Convivio - Versione PDF

 

 

 

 

 

 

 

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