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Il Mito della Licantropia

 

Il Mito della Licantropia

 

 Le storie sulla licantropia hanno origini remotissime, già in un passo della Bibbia si narra della vicenda del re Nabucodonosor, il quale, a causa della sua vanità, fu trasformato in una specie di lupo e assunse un comportamento animale.

 

Il termine licantropia secondo il celebre studioso Collin de Plancy indicherebbe quegli uomini e donne che sono stati trasformati, o si trasformano, in lupi

 

"...e talvolta credono, per un'abominevole forma di follia, d'essersi effettivamente cangiati in lupi, e di tali belve prendono le abitudini e i costumi..."

 

Secondo le più moderne definizioni, per licantropia si intenderebbe una forma di patologia maniacale, che spinge l'uomo a vagare di notte ululando come un lupo; una specie di delirio melanconico, per cui l'ammalato si crede trasformato in lupo e ne imita l'urlo e il portamento. Chiamata anche 'malattia del Lupo Mannaro'.

 

Il lupo mannaro, detto anche uomo lupo o licantropo (anche se è un termine leggermente diverso), è una delle creature mostruose della mitologia e del folclore poi divenute tipiche della letteratura dell'orrore e successivamente del cinema dell'orrore.

Secondo la leggenda, il lupo mannaro sarebbe un essere umano condannato da una maledizione (o secondo alcuni lo sono già dalla nascita) a trasformarsi in una bestia feroce ad ogni plenilunio: la forma di cui si racconta più spesso è quella del lupo, ma in determinate culture prevalgono l'orso, il bue (Erchitu) o il gatto selvatico 

Si sa che le superstizioni esagerano sempre tutto e sempre molto. In realtà, quando si è parlato di licantropia lo si è fatto per indicare l’epilessia o una forma di grave crisi psicologica dovuta a un eccesso di malinconia, quel particolare stato d’animo che alcuni possono provare quando sono tristi o ansiosi senza un vero motivo. Oggi non si ha notizia di malati che credono di essere stati abbandonati da tutti come se fossero lupi feroci. Ma non è stato così nell’antichità e nel Medioevo.

Per licantropia clinica, si intende una rara condizione mentale, con presenza di delirio di trasformazione somatica, che induce chi ne è affetto a credere di potersi trasformare in un animale.

Secondo le superstizioni, lupi mannari si nasce. Succede, così dicono, se si è concepiti nella notte di s. Paolo, oppure se si nasce a mezzanotte della notte di Natale.

Una leggenda in particolare si riferisce a una tribù nativa americana nella zona che oggi è conosciuta come Wisconsin, negli Stati Uniti d’America. Era qui che i membri della tribù (molto probabilmente quelli che sono diventati la tribù Fox) potrebbero essere stati i primi a ricevere il dono del lupo mannaro. C’è però un po’ di disaccordo tra i mitologi su ciò che realmente costituisce un lupo mannaro. 

Per le popolazioni nomadi preistoriche il lupo era un rivale temuto nella caccia; occupava la medesima nicchia ecologica dell'uomo, perseguendo le stesse prede. Era però più abile, più veloce, dotato di sensi più acuti e di armi naturali formidabili, come zanne e artigli.

Il termine licantropia ha origine dalla letteratura greca, dal mito del re Licaone, di cui esistono molte varianti. Una delle prime e meglio conosciute si trova nel poema romano le Metamorfosi, di Ovidio. Il re Licaone era il tiranno di Arcadia. Un giorno Zeus andò al palazzo di Licaone sotto le sembianze di un uomo comune. Dopo che Zeus aveva rivelato la sua vera identità, il re ideò un piano per verificare se fosse effettivamente un dio. Così uccise uno dei suoi ostaggi chiamati Epiro (o secondo altre versioni del mito greco suo nipote Arcade o addirittura il figlio Nittimo), e lo servì come carne a Zeus. Zeus, riconosciuto l’inganno e profondamente infuriato, diede fuoco al palazzo del re, uccise i suoi 50 figli e maledisse Licaone, trasformandolo in un lupo e relegandolo ad una vita solitaria.

Presso i Celti il lupo è carnivoro funebre, ed è raffigurato seduto sulle zampe posteriori, nell'atto di divorare un morto.
Nasce anche la fama di persecutore di bambini: la lupa Marmolice era un demone femminile con la quale le madri greche minacciavano i loro piccoli; nutrice del mostro infernale Acheronte, si diceva che Marmolice potesse rendere zoppi i bambini disubbidienti.

Ogni civiltà umana, in qualunque continente fosse localizzata, ha ereditato miti in cui si rinvengono uomini che hanno la capacità, l'abilità di trasformarsi in un animale, differente secondo la localizzazione geografica della comunità umana a cui appartenevano le storie e la preminenza di questo o quell'esemplare nella fauna locale. Così si ebbero uomini-leone e iena in Africa, orso nella Russia europea, tigre in Asia, condor e giaguaro in America meridionale e bisonte in quella settentrionale. Gli uomini-lupo furono preponderanti nell'Europa continentale occupata dalle popolazioni di origine indoeuropea.

Nella mitologia egizia Diodoro Siculo scrive che Osiride sarebbe rinato, dopo la divisione del suo corpo per opera di Seth, sotto forma di lupo; nella cultura mongola il Lupo Celeste (la cui compagna è una Cerva Bianca) è genitore degli eroi, l'ultimo dei quali fu Gengis Khan.

Alla stessa conclusione giunsero anche i Greci e i Romani, le cui civiltà nacquero in aree montagnose caratterizzate da una stretta vicinanza con la minaccia dei lupi. Comuni, nella tradizione romana, divennero le storie sui versapellis, i rovesciapelle, uomini sotto la cui cute cresceva la pelliccia dei lupi in attesa della metamorfosi finale.